Bancarotta, sul banco degli imputati Fabrizio e Raffaele Santoro e l’attuale consigliere regionale della Lega Angelo Tripodi
Era la giornata decisiva per la sentenza. Quantomeno, davanti al II collegio del Tribunale di Latina, Coculo-Nadile-Trapuzzano, le parti – accusa, rappresentata dal Pm Martina Taglione, e difesa – avrebbero dovuto discutere e successivamente i giudici sarebbero andati in camera di consiglio per pronunciare la sentenza. Poi, però, le mille possibilità della procedura hanno liberato il consigliere regionale della Lega, Angelo Tripodi, da una sentenza che poteva costargli la serenità del Natale prossimo.
Uno dei tre imputati, Fabrizio Santoro, ha revocato l’incarico al suo legale e d’ufficio è stato nominato l’avvocato Mecozzi il quale, come si conviene, ha chiesto il termine a difesa, non conoscendo, comprensibilmente, nulla del processo in essere. È così che il collegio del Tribunale, a un passo dalla fine di un processo, che vede come imputato un esponente politico di peso nella Regione, ha rinviato tutto al primo marzo. Avvocati e nomine permettendo. Tutto legittimo, anche se agli occhi di una giustizia invocata spesso dalla politica, e con un centrodestra che ha messo da tempo nel mirino i processi, il passaggio non sarebbe proprio comprensibile da un cittadino che guarda alle aule di Tribunale come a un luogo di garanzia.
Nella scorsa udienza, le accuse rappresentate in aula dal Pubblico Ministero Valerio De Luca, a carico di Tripodi, erano quelle di aver sottratto beni a una società, di cui Tripodi era rappresentate legale, che si occupa della gestione di una cava a Priverno.
Il processo è, come detto, alle battute finali. Gli avvocati difensori Silvia Siciliano e Renato Archidiacono hanno prodotto documentazione (tra cui assegni circolari) che dimostrerebbe l’avvenuto pagamento di auto e mezzi che, secondo l’accusa, sarebbe state invece sottratte alla società.
Per il consigliere regionale leghista, il suo legale ha prodotto, depositandolo in Tribunale, una fattura e una cambiale che attesterebbe il pagamento di due mezzi. Inoltre, gli avvocati difensori hanno rinunciato anche a due testimoni che avrebbero dovuto essere ascoltati e uno dei quali era stato sanzionato per non essersi presentato in udienza; su richiesta dell’avvocato Siciliano la sanzione era stata revocata dal collegio dei giudici poiché la testimone sarebbe stata realmente impedita a presentarsi in aula.
Già a maggio, sarebbe stata prevista la discussione con la requisitoria del Pm De Luca e le arringhe difensive degli avvocati difensori i quali, però, avevano chiesto un rinvio al quale il sostituto procuratore non si era opposto. La vicenda, secondo la Procura, datata novembre 2011, si riferisce alla sottrazione di un autocarro e di un furgone dalla curatela fallimentare della ditta Limestone, società che si occupava della gestione della cava a Priverno. Tripodi ricopriva il ruolo di rappresentante legale.
Il processo aggiornato a oggi, 21 novembre, è durato un minuto. Il tempo di rinviare tutto alla fine dell’inverno.