Trovato il corpo di un uomo, insegnante di educazione fisica in un istituto scolastico di Minturno: l’uomo era carbonizzato dentro la sua auto. Il ritrovamento dei Carabinieri è avvenuto in via Pietre bianche, a Baia Domizia, località balneare del comune di Cellole
A riportare la notizia per primo è Il Mattino di Napoli.
Secondo il quotidiano campano, l’auto incendiata di Pietro Caprio, l’insegnate di educazione fisica che lavorava a Minturno, è una Dacia Duster intestata alla madre dell’uomo. A trovare il cadavere ieri mattina, 4 novembre, è stato un passante e sul posto sono intervenuti subito i Carabinieri della Compagnia di Sessa Aurunca che hanno avviato le indagini e i Vigili del Fuoco di Mondragone.
Pietro Caprio, 58 anni, era sparito da venerdì sera, ma nessuno ne aveva denunciato la scomparsa alle forze dell’ordine. Da tempo, l’uomo viveva solo, nella casa che si trova al centro di Cellole e nello stesso immobile dove vive tuttora la madre di 84 anni che abita al primo piano. Sempre nello stesso stabile, al terzo piano, abita la moglie di Caprio, dalla quale era separato.
Secondo quanto trapela dalle indagini, il 58enne, la sera della scomparsa, avrebbe avuto un appuntamento in un luogo isolato, non lontano da un camping. In seguito al ritrovamento del cadavere, il magistrato di turno della procura di Santa Maria Capua Vetere ha disposto un esame autoptico, dopo aver effettuato il sopralluogo sui luoghi di quello che ha tutte le sembianze di un omicidio.
Il corpo dell’uomo, infatti, era praticamente incenerito. Sarebbe rimasta intatta solo una mascella, il resto era carbonizzato. Qualcuno o più d’uno ha dato alle fiamme l’auto con dentro il professore di educazione fisica, che d’estate faceva il bagnino sul litorale domizio. L’ipotesi degli investigatori è che non sia morto carbonizzato, piuttosto è stato prima ucciso e poi messo dentro l’auto data alle fiamme. Non è da escludere però che l’uomo sia stato cosparso di benzina e bruciato in uno stato moribondo. Sullo sfondo l’ipotesi del suicidio, che appare però incongruente con il modo in cui è morto l’uomo: si sarebbe dato fuoco, morendo tra atroci sofferenze. Improbabile.
Caprio lavorava da tanti anni a Minturno: al momento era in servizio, esercitando un incarico per il sostengo, all’istituto comprensivo Antonio Sebastiani e si divideva tra due scuole medie (l’altra era l’Angelo De Santis a Marina di Minturno). Gli inquirenti si recheranno anche nella scuola del comune del sud pontino per sottoporre a interrogatorio anche i colleghi del 58enne.
“Territorio Aurunco in lutto per la prematura scomparsa di Pietro Caprio, brillante docente di Cellole e persona in prima linea per la promozione balneare del litorale. Amato dai suoi alunni e dai tanti amici e, soprattutto, dalla sua famiglia. Generazione Aurunca invia le proprie condoglianze alle famiglie Caprio e Perretta”, così uno dei tanti messaggi apparsi sui social per commemorare la tragica e inquietante fine di un docente di provincia.
Al momento le indagini di carabinieri della Compagnia di Sessa Aurunca e del nucleo investigativo di Caserta, coordinate dai sostituti procuratori Chiara Esposito e Gionata Fiore, hanno ipotizzato anche un movente connesso al “grosso movimento di soldi” gestito dal 58enne con la società di cui era uno dei soci. Sodi che sarebbero stati dati anche in prestiti a terze persone.
I militari dell’Arma, ad ogni modo, hanno sottoposto un uomo di 84 anni di Baia Domizia, Angelo Gentile, a fermo di indiziato delitto, con le accuse di omicidio e distruzione di cadavere. I carabinieri di Sessa Aurunca hanno trovato l’anziano tramite le immagini di videosorveglianza di via Pietre Bianche dove è stato trovato il corpo di Caprio carbonizzato nell’auto. Dalle immagine della video-sorveglianza, i militari dell’Arma hanno notato la Fiat Palio di Gentile che si affiancava a quella della vittima: dopo circa 20 minuti solo la vettura dell’indagato ha lasciato la zona.
Successivamente a casa dell’ottantenne Angelo Gentile sono stati rinvenuti anche due fucili da caccia, sequestrati insieme all’auto. Per gli investigatori dei Carabinieri, Gentile avrebbe prima sparato al docente e poi dato alle fiamme l’automobile. Il movente? Un debito con il professore. L’indagato, interrogato per 4 ore, avrebbe poi ammesso di conoscere la vittima che gli avrebbe prestato 10mila euro, parte dei quali già restituiti, secondo quanto da lui raccontato, ma avrebbe negato di avere utilizzato la sua Fiat Palio nel pomeriggio del 3 novembre, ovvero nelle ore in cui il povero Pietro Caprio è stato ucciso.