Deceduta a causa della dose di eroina: sono stati condannati i responsabili della morte della 16enne Arianna Brasco
Il secondo collegio del Tribunale di Latina, presieduto dal giudice Francesca Coculo, ha pronunciato la sentenza nei confronti di tre dei quattro uomini accusati di spaccio e di aver procurato la dose di eroina fatale per la 16enne Arianna Briasco, trovata esanime nel bagno di casa sua, a Latina, nel luglio del 2015.
La ragazzina morì l’11 luglio 2015, nel bagno della casa del padre, dove trascorreva i fine settimana. Accanto ad Arianna Briasco, fu trovata una siringa e, dopo l’autopsia dei medici, fu chiaro che si trattò di overdose da eroina. Una storia tragica, quella di Arianna Briasco, che mai avvezza all’uso di eroina, era finita in una struttura di recupero per tossicodipendenti a Fabriano, in provincia di Ancona, in quanto assuntrice di cannabis e saltuariamente di “pasticche” e cocaina. Fu proprio in questa struttura che la 16enne fu instradata, da un uomo che aveva conosciuto lì, all’utilizzo di eroina.
A processo sono finiti quattro uomini proprio per aver acquistato e aver ceduto la droga alla 16enne. Fu l’allora giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Giorgia Castriota, a rinviare a giudizio gli imputati in un processo che ha visto la famiglia della giovane costituirsi parte civile, assistita dall’avvocato Giudetti. A condurre le indagini furono i poliziotti della Squadra Mobile e Squadra Volante di Latina, con il contributo dei Carabinieri Nas
Il Pubblico Ministero Daria Monsurrò, al termine della requisitoria, ha chiesto la condanna per tre dei quattro imputati alla pena di 8 anni di reclusione. Il quarto imputato, ritenuto essere un pusher, di nazionalità algerina, si è reso irreperibile e la sua posizione sarà valutata in altra sede.
Il Tribunale di Latina ha scelto di condannare per spaccio due dei tre imputati alla sbarra: 6 anni e 6 mesi per Davide Calenzo e 7 anni per Lorenzo Rossi, quest’ultimo residente in Emilia Romagna e per l’accusa colui che fattivamente insegnò alla 16 a iniettarsi l’eroina. Assolto, invece, l’ucraino Alexander Zakharchenko.