Caso di febbre Dengue a San Felice Circeo, il Comune ha predisposto una disinfestazione straordinaria a titolo precauzionale
Ieri, 17 agosto, la Asl di Latina ha segnalato un caso d’importazione di Arbovirosi (Dengue) per una paziente, originaria di Roma, che ha soggiornato a San Felice Circeo e che ora è nella Capitale in isolamento domiciliare. La paziente era stata in vacanza in Kenya.
A titolo precauzionale, l’Ente ha avviato come previsto le procedure necessarie, ossia una disinfestazione straordinaria che sarà eseguita nella giornata odierna.
Si specifica, onde evitare allarmismi, – spiega una nota del Comune – che si tratta di interventi precauzionali per la tutela della salute pubblica in attesa di approfondimenti e riscontri da parte della Asl.
Le indicazioni impartite dal Ministero della Salute con l’ultimo “Piano Nazionale di sorveglianza e risposta alle Arbovirosi” – spiega l’ordinanza firmata dal Sindaco di San Felice Circeo, Monia Di Cosimo -, con riferimento a quelle trasmesse da zanzare invasive (Aedes sp.) come virus Chikungunya, Dengue e Zika, indicano che le responsabilità sono a carico delle Amministrazioni Locali.
L’area d’intervento comprende le strade (comprese caditoie stradali, pozzetti, aree verdi etc.) e aree private nei residence “Gli Oleandri”, “Golfo Sereno”, “Club Verdemare”. Da protocollo, determinato anche dalla Regione Lazio, devono essere eseguiti trattamenti adulticidi, larvicidi e rimozione di focolai (disinfestazione) in aree pubbliche e private.
La dengue è una malattia trasmessa da zanzare, causata da un flavivirus. La febbre dengue si manifesta generalmente con la comparsa improvvisa di febbre elevata, cefalea, mialgie, artralgie e linfadenopatie generalizzate, seguite da un’eruzione cutanea che compare con una febbre ricorrente dopo un periodo apiretico. Possono verificarsi sintomi respiratori, come tosse, faringodinia e rinorrea. La dengue può anche causare febbre emorragica potenzialmente fatale con una diatesi emorragica e shock. La diagnosi richiede esami sierologici e PCR (Polymerase Chain Reaction). La terapia è sintomatica e, per la dengue emorragica, comprende una meticolosa somministrazione di fluidi per il mantenimento del volume intravascolare.
La patologia che consegue da quest’infezione virale esordisce con un aumento della temperatura corporea, a cui seguono cefalea, dolori attorno e dietro agli occhi, mialgie, artralgie, eruzioni cutanee di tipo maculo-papulose, nausea, vomito e altri disturbi gastro-intestinali.
In una piccola percentuale dei casi, il virus dengue è responsabile di una forma di dengue emorragica, che può rivelarsi molto grave o addirittura fatale. Questa variante della malattia è caratterizzata da trombocitopenia, manifestazioni emorragiche e perdita di liquidi, che possono causare veri e propri collassi (sindrome da shock dengue o DSS).
Il virus dengue non si trasmette per contagio interumano diretto, ma soltanto attraverso la puntura di zanzare Aedes infette.