“Anargiri 2”: arrestati nel su pontino per detenzione di droga ai fini di spaccio nel corso della maxi operazione anti-droga
Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Cassino, Alessandra Casinelli, ha convalidato l’arresto di Ivano e Roberto Bonifacio, rispettivamente padre e figlio, e coinvolto nella maxi operazione anti-droga eseguita dai Carabinieri di Formia la mattina dell’8 agosto. I due Bonifacio, destinatari della misura cautelare dei domiciliari, su disposizione del Gip Domenico Di Croce, erano stati ristretti in carcere perché, nel corso dell’operazione di due giorni fa, erano stati trovati in possesso di oltre 700 grammi di hashish suddivisi in 7 panetti, opportunamente occultati all’interno del vano motore di un’autovettura e in particolare all’interno della coppa dell’olio, sotto le bielle), la somma di 950 euro e un bilancino di precisione.
Oggi, però, al termine dell’udienza di convalida, su richiesta degli avvocati difensori Cardillo Cupo e Santamaria, il Gip Casinelli ha sostituito il carcere con i domiciliari.
Come noto, i militari del Comando Compagnia Carabinieri di Formia, guidati dal Maggiore Michele Pascale, hanno eseguito l’ordinanza nei confronti di 17 persone per detenzione di sostanze stupefacenti finalizzato allo spaccio nonché di porto di armi comuni da sparo illegalmente detenute (leggi al link di seguito i dettagli dell’operazione e i nomi dei coinvolti). Si tratta per l’appunto dell’operazione Anargiri 2 che ha coinvolto nomi noti dello spaccio del sud pontino, tra Castelforte e Santi Cosma e Damiano, molti dei quali legati al clan Mendico-Antinozzi.
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Intanto, nella giornata di oggi, 10 agosto, sono iniziati gli interrogatori di garanzia a carico degli arrestati e di alcuni dei coinvolti. Interrogatori che riprenderanno domani, 11 agosto, considerato il numero degli indagati. La maggior parte degli indagati davanti al Gip Casinelli è rimasta muta, avvalendosi della facoltà di non rispondere. In silenzio Fabio Buonamano, Giuseppe Sola, Italo Laracca, Adolfo Pandolfo e Angelo Tancredi. Hanno risposto alle domande del Gip Mario Vozzolo che ha parzialmente ammesso le proprie responsabilità e Valentino Miosotis. Tutti gli interrogati, tramite i rispettivi avvocati difensori, hanno chiesto misure meno afflittive che al momento vanno dagli arresti in carcere ai domiciliari fino all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. È probabile che domani il Gip Casinelli, dopo aver finito gli interrogatori di garanzia (gli ultimi sei indagati), si pronuncerà sulle eventuali sostituzioni di misure cautelari per tutti e 17 i destinatari dell’ordinanza firmata dal Gip Domenico Di Croce.
Gli indagati sono difesi dagli avvocati Bove, Signore, Cardillo Cupo, Santamaria, Mastantuono, Testa, Somma, Marciano, Giuliano, Miraglia e Zanda.