“Rimaniamo basiti dalla scelta del sindaco di Latina, Matilde Celentano, per aver concesso, come richiesto dall’artista Tiziano Ferro, il patrocinio al Lazio Pride.
Ricordiamo al sindaco che:
– il manifesto politico di questa manifestazione promuove esplicitamente la pratica aberrante dell’utero in affitto, che sfrutta il corpo delle donne e rende i bambini merce di scambio per appagare i desideri egoistici di adulti. Questo è aggravato da una importante premessa, che l’utero in affitto e la maternità surrogata sono già disciplinati in Italia dalla Legge 40/2004, la quale già prevede il reato per «chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità …». Senza poi omettere che alla Camera dei Deputati è incorso la Pdl come primo relatore On. Varchi di Fratelli d’Italia, per rendere l’utero in affitto reato universale, quindi anche per chi lo commissiona all’estero;
– il manifesto politico di questa manifestazione promuove esplicitamente il riconoscimento alla nascita delle figlie e dei figli delle famiglie omogenitoriali, quindi con annesse trascrizioni all’anagrafe. Argomento sul quale anche la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo si è pronunciata più volte. Ad esempio, nel caso Paradiso-Campanelli vs Italia, la Corte stabilì che non si poteva riconoscere la trascrizione dell’atto di nascita, proprio perché questo avrebbe rappresentato un aggiramento del divieto dovuto alla Legge 40. Senza poi togliere le recentissime sentenze delle Sezioni Unite della Cassazione 30 dicembre 2022 e dei tribunali di Padova e di Milano;
– il manifesto politico di questa manifestazione promuove esplicitamente la carriera alias, strumento per trattare alunni e studenti sulla base della loro ‘identità di genere’ auto-percepita e non sul sesso biologico maschile o femminile. Uno strumento che per rilevanti aspetti ha alcun fondamento giuridico. Infatti i dati anagrafici possono essere modificati solo con apposita sentenza del Tribunale, rispettando una specifica procedura legale.
Siamo certi che sia stata una svista quella della prima cittadina di Latina, Matilde Celentano. Auspichiamo vivamente che il patrocinio non venga concesso, anche perché troviamo grave offrire un riconoscimento istituzionale a manifestazioni che promuovono azioni che per significativi aspetti, sono in contrasto con la legge italiana”.
Sono le parole di Emmanuele Di Leo, Presidente di Steadfast, Organizzazione umanitaria in difesa dei diritti umani.