Adinolfi (Lega Gruppo ID) al convegno su Innovazione e mobilità sostenibile: “Obiettivo emissioni zero condivisibile, ma attenzione ai rischi per economia e occupazione”
“La riduzione di CO2 promuovendo la mobilità sostenibile rappresenta un obiettivo condiviso da tutti nel Parlamento europeo. Quel che non convince noi della Lega Gruppo ID sono le modalità e le tempistiche imposte dall’UE agli stati membri per raggiungere determinati obiettivi. Di questo ho reso consapevoli oggi i partecipanti al convegno “Innovazione e sostenibilità per la mobilità del futuro – La nuova direttiva europea per auto e furgoni a emissioni zero: rischi e opportunità per l’industria italiana ed europea” organizzato dal Parlamento europeo e dall’associazione italiana giovani innovatori.
Per raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050, l’UE sta adottando misure per ridurre le emissioni delle automobili, poiché il trasporto su strada rappresenta un quinto delle emissioni di CO2 dell’UE. Il 14 febbraio 2023, il Parlamento ha approvato in via definitiva i nuovi obiettivi vincolanti per la riduzione delle emissioni di CO2 di autovetture e veicoli commerciali leggeri di nuova produzione. La legislazione approvata prevede l’obbligo per nuove autovetture e nuovi veicoli commerciali leggeri di non produrre alcuna emissione di CO2 dal 2035. Un tema sul quale ci siamo battuti strenuamente, contestando questa data imperativa dal momento che rappresenta un ostacolo per imprese e cittadini, che dovranno sostenere costi enormi per adeguarsi a queste direttive.
A nostro avviso sarebbe più opportuna una elasticità nei tempi, pur con l’obiettivo di ridurre del 100% le emissioni di questi tipi di veicoli rispetto al 2021. Al momento gli obiettivi intermedi di riduzione delle emissioni per il 2030 sono stati fissati al 55% per le autovetture e al 50% per i furgoni. La nuova legislazione europea per auto e furgoni a emissioni zero, che mira a promuovere l’adozione di veicoli elettrici e a idrogeno, presenta sia opportunità che rischi per l’industria italiana ed europea. I rischi in particolare li abbiamo spesso elencati. Il primo è che il passaggio all’elettrico ci leghi mani e piedi a produttori extra Ue come la Cina, che controlla oggi buona parte del mercato dei chip e dei componenti per le auto elettriche.
Sarebbe un errore tragico per l’Europa, dimostrando che nulla abbiamo imparato dopo lo scotto dell’energia. In secondo luogo c’è la questione delle riconversioni industriali, che rischiano di comportare spese e costi enormi per le aziende con rischi anche per l’occupazione. In generale, poi, questo passaggio all’elettrico pone questioni importanti sul tema occupazionale: va affrontato per tempo il rischio di ridurre i posti di lavoro”.
Lo afferma il parlamentare europeo della Lega Gruppo ID Matteo Adinolfi.