La Federlazio ha effettuato, tra febbraio e aprile di quest’anno, la consueta indagine periodica sullo stato di salute delle imprese del Lazio
Tale lavoro ha permesso di verificare in quale misura si stia consolidando la stagione di rilancio e rinnovamento del sistema imprenditoriale del territorio. Secondo quanto emerso dall’indagine, gran parte delle aziende del Lazio sono riuscite a consolidare i risultati positivi del 2021, recuperando il terreno perduto nel corso della pandemia.
Questi risultati sono stati ottenuti affrontando con coraggio anche la crisi economica e sociale causata dagli effetti della guerra in Ucraina: l’incremento eccezionale dei costi dell’energia, delle materie prime e dei semilavorati e le difficoltà nel reperimento delle stesse.
Le imprese che hanno introdotto soluzioni innovative e di digitalizzazione, rafforzandosi, hanno raggiunto i migliori livelli di competitività.
L’auspicio è che anche le aziende ancora in difficoltà, possano cogliere opportunità di sviluppo attraverso nuove tecnologie e digitalizzazione e riprendere quote di mercato.
DATI DI CONTESTO
Il quadro economico nazionale
Nonostante le criticità che si sono manifestate tra la fine del 2021 e i primi mesi del 2022, l’anno si è chiuso con risultati positivi e addirittura migliori rispetto alle previsioni.
Il PIL è cresciuto del 3,8% e gran parte degli indicatori presentano valori superiori a al periodo pre-pandemico. Si può ragionevolmente affermare che il sistema economico è riuscito ad assorbire quasi completamente le conseguenze negative della pandemia Covid e, con qualche difficoltà ancora presente, quelle dovute alla pandemia energetica.
La produzione industriale ha fatto registrare tassi di crescita positivi per tutto il primo semestre dell’anno; nei mesi successivi i valori si sono mossi in maniera altalenante e nei primi mesi del 2023 si è registrato un arretramento rispetto allo scorso anno.
Il fatturato delle imprese è cresciuto costantemente, con tassi tendenziali a due cifre e alla fine dell’anno il valore complessivo è stato superiore del 18% rispetto a quello dell’anno precedente. In particolare, l’andamento congiunturale è stato caratterizzato da una forte espansione nei primi due trimestri dell’anno, cui ha fatto seguito un rallentamento nella seconda metà del 2022. Rallentamento registrato anche nei primi mesi del 2023. Nel valutare questi risultati bisogna inoltre considerare anche la forte ripresa del tasso d’inflazione, che ha segnato un incremento dell’11,6% su base annua nel 2022 e che ad aprile 2023 risulta ancora elevato e pari all’8,3%.
L’export è salito del 20% ma bisogna sottolineare che dopo dieci anni consecutivi di valori positivi, il saldo della bilancia commerciale è stato negativo per oltre 30 miliardi di euro, a causa, soprattutto, dell’incremento dei costi di energia e materie prime.
L’occupazione è stata in ripresa per tutto il 2022 e alla fine dell’anno, il numero di occupati è risultato superiore di oltre 400 mila unità rispetto al 2021, anno in cui la crescita degli occupati aveva riguardato quasi esclusivamente i contratti a termine. Nel 2022 invece, l’incremento maggiore si è verificato per quelli a tempo indeterminato.
Sul fronte della Cassa Integrazione Guadagni, nel 2022 si è registrato un sostanziale ritorno alla normalità e una stabilizzazione delle ore erogate che, complessivamente, sono state circa 500 milioni a fronte dell’1,7 miliardi del 2021 e degli oltre 3 miliardi del 2020.
Infine, i dati sullo stato di avanzamento del PNRR, elaborati sulla base delle rilevazioni dell’Osservatorio indipendente OpenPNRR, evidenziano un notevole ritardo soprattutto sul fronte degli investimenti. Rispetto alla road map riguardante le riforme, che prevede entro giugno di quest’anno uno stato di avanzamento del
78,5%, a inizio maggio la percentuale realizzata è pari al 67,7%, un ritardo colmabile; quella relativa agli investimenti risulta, invece, più preoccupante: l’obiettivo per fine giugno è del 43,8%, mentre quanto realizzato ad oggi è decisamente inferiore e risulta pari al 28,1%.
Il quadro economico regionale
Il saldo tra le imprese nate e cessate in regione nel 2022 è di +1,55% (+0,79% il dato nazionale). Le esportazioni sono in crescita (+12,7%) e l’occupazione su base annua è cresciuta di 55 mila unità (+2,4%).
Crescono sia i contratti a tempo indeterminato sia quelli a termine, diminuiscono leggermente gli autonomi.
Il tasso di occupazione raggiunge il 62% nel quarto trimestre 2022. Era del 61,4% a fine 2021.
La Cassa Integrazione Guadagni erogata nel 2022 è diminuita del 78%. Si è quindi tornati a una condizione di normalità dopo lo shock della pandemia.
Quanto al PNRR gli investimenti complessivamente previsti dal Piano per la regione Lazio ammontano a circa 16 miliardi, di cui il 77% relativo a interventi di ammodernamento infrastrutturale. L’obiettivo previsto entro giugno di quest’anno è di oltre 6 miliardi e quanto effettivamente realizzato ammonta a circa di 3,1 miliardi. Il ritardo accumulato è pari al 49%.
L’INDAGINE FEDERLAZIO IN PROVINCIA DI LATINA
L’andamento delle attività aziendali nel 2022
Il saldo tra le imprese nate e cessate in provincia è del 1,04%, le esportazioni sono cresciute del 9%, mentre l’occupazione è aumentata dell’1,8%, con un tasso complessivo per il 2022 del 55%, leggermente superiore ai livelli prepandemici (54.3% del 2019); la Cassa Integrazione Guadagni è scesa del 76%.
Rispetto ai dati dell’occupazione, il 38,5% delle aziende dichiara una crescita, il 57,7% rimane stabile, mentre per il 3,8% degli intervistati diminuisce. La nota più amara è che il 54% delle aziende hanno incontrato difficoltà nel reperire manodopera.
Le imprese che hanno registrato un incremento del fatturato sono il 58,3%; il 33,3% mantiene stabile il fatturato e solamente l’8,4% non riesce a confermare i risultati
ottenuti nel 2021, dichiarando una contrazione. I risultati sono complessivamente positivi ed il recupero dei livelli di fatturato ha riguardato in maniera omogenea sia le imprese di grande che di piccola dimensione.
Il medesimo fatturato è risultato in aumento nel mercato privato (+59%) ed internazionale (+40%), stabile in quello pubblico (50%) ma comunque in crescita per il 33%. Inoltre l’83,9% delle aziende nel 2022 hanno realizzato investimenti, un incremento che è stato notevole rispetto al 71,4% del 2021.
In riferimento alla pandemia energetica, si registra che il 38% delle imprese hanno avuto un impatto significativo ma sostenibile, mentre per il 27% l’impatto è stato grave o molto grave, con una forte riduzione dei margini aziendali.
Per quanto attiene al PNRR, su un valore totale di 672.4 MLN di euro di investimenti, al 1° maggio 2023 in provincia di Latina, ne sono stati realizzati per 110.2 MLN, lì dove l’obiettivo del primo trimestre era di 154.4 MLN, accumulando dunque un ritardo del 28.6% sulla previsione di spesa.
Le prospettive future nel nostro territorio
Le previsioni sono di crescita moderata e prevale un sentimento di cautela: il 39,1% delle aziende ha espresso aspettative di incremento del fatturato; l’8,7% si attende una riduzione; il 52,2% prevede una stabilità.
Tale stabilità è ipotizzata in particolare sul mercato pubblico (91%) e internazionale (86%) e si prevedono difficoltà per il mercato interno (50%).
Le aspettative sull’occupazione, come conseguenza, riflettono gli atteggiamenti di cautela, poiché il 64% delle aziende dichiara che l’occupazione rimarrà stabile ed il 20% si attende un leggero o significativo aumento.
Rimane elevata e in crescita la propensione agli investimenti delle aziende: il 32% dichiara di averne già programmati; il 48% si dichiara possibilista.
Le misure per far fronte agli effetti della pandemia energetica
Sono stati infine raccolti i giudizi degli imprenditori sulle misure adottate dal Governo nel 2022 per far fronte agli effetti degli aumenti dei costi dell’energia elettrica del gas e dei carburanti. Risulta evidente che le azioni considerate più efficaci hanno riguardato gli interventi per ridurre le imposte dirette sulle bollette che hanno raccolto nel complesso giudizi di “molto e abbastanza efficaci” superiori al 50% degli imprenditori.
Per quanto riguarda, poi, le azioni, che sempre secondo gli imprenditori del campione dovrebbero essere messe in campo prioritariamente dal nuovo Governo, al primo posto (48,1%) si conferma la richiesta di un’ulteriore sospensione della durata di almeno sei mesi delle accise sui carburanti.
Viene anche confermata la necessità di continuare, almeno per tutto il 2023, nell’azzeramento degli oneri di sistema e delle tassazioni aggiuntive per le forniture di energia elettrica e gas.
“Dopo un biennio di grande turbolenza, caratterizzato da fattori di crisi e dalla volontà di reazione delle imprese e dell’intero sistema Paese, – spiega il Presidente di Federlazio Latina, Marco Picca – la nostra indagine conferma i risultati positivi che già si erano verificati nel 2021 e che ci consentono di affermare con ragionevole certezza di avere recuperato il terreno perduto a causa del Covid.
Certamente il contesto generale continua ad essere influenzato da significativi fattori di crisi e incertezza: la guerra che è ancora lontana da una sua soluzione; l’inflazione che trascina anche un forte aumento del costo del denaro; le principali istituzioni e agenzie economico-finanziarie internazionali continuano ad alternare previsioni di possibili spinte recessive ad altre più ottimistiche di consolidamento e rilancio. Questo clima di incertezza lo si coglie molto bene tra gli imprenditori della nostra provincia, i quali sono più cauti nel fornire previsioni ottimistiche per i mesi a venire. Va ribadito che il coraggio, la resilienza e la creatività dimostrate, non sono sufficienti da sole per permettere al sistema delle imprese di affrontare il processo di rinnovamento e di transizione ecologica e digitale.
È necessario che l’intero insieme degli stakeholders istituzionali, economici e sociali sappia mettere in campo un’azione efficace e coordinata per raggiungere i risultati e gli obiettivi previsti dal PNRR che, invece, attualmente, ci vedono in grave ritardo. Infine, va ribadito che il consolidamento di uno spirito comune di collaborazione rappresenta un’importante risorsa per affrontare la nuova sfida: Roma Expo 2030. Si tratta di un impegno che vede la nostra Associazione tra i promotori e i partecipanti della Fondazione Roma Expo 2030”.
“Lo scorso anno nel presentare l’indagine avevamo illustrato una situazione caratterizzata da una ripresa e da un rilancio significativi delle PMI.
Avvertivamo, allo stesso tempo, – sostiene il Direttore di Federlazio Latina, Stefania Dottori – la debolezza e la scarsa omogeneità di questa rinnovata crescita, che rischiava di essere messa a dura prova dalla situazione di incertezza dovuta agli effetti della guerra in Ucraina. Nonostante tutto, il 2022 si è dimostrato migliore rispetto alle aspettative, disattendendo le previsioni recessive dei primi mesi dell’anno. In provincia i dati di export del 2022 sono positivi (+9%) rispetto al -2,7% del 2021 ed anche l’occupazione è in crescita, benché aumentino le aziende in difficoltà nel reperire manodopera (+19% rispetto al 2021). La mancanza di profili specializzati ma anche generici continua ad essere un tema attuale ed un fenomeno in forte aumento.
È anche per rispondere a questa difficoltà che Federlazio Latina, il prossimo 08 giugno, siglerà un accordo di collaborazione con il Cersites de “La Sapienza”. L’obiettivo è di creare sinergia tra le imprese Federlazio e l’Università, stringendo una relazione proficua e di valore tra le eccellenze imprenditoriali della provincia ed il mondo accademico”.