Gli uomini del commissariato di polizia di Formia hanno arrestato poco fa Angelo Bardellino, Tommaso Desiato, Franco D’Onorio De Meo e Giovanni Luglio, dando esecuzione alla sentenza di condanna in Cassazione arrivata ieri a conclusione del processo Formia Connection, dove il nipote del fondatore del Clan dei Casalesi Antonio, era accusato insieme agli altri tre di estorsione in concorso con utilizzo di armi da fuoco. Per i quattro confermate le condanne comminate sia nel processo di primo grado che in quello di Appello: 7 anni e 5 mesi per Bardellino (che si sarebbe costituito spontaneamente al carcere di Cassino), 6 anni e 11 mesi per Franco D’Onorio De Meo, 6 anni e 11 mesi per Tommaso Desiato, e 7 anni per Giovanni Luglio.
I fatti risalgono a 15 anni fa quando, a conclusione delle indagini dello stesso commissariato di Formia su delega del sostituto procuratore Raffaella De Pasquale, emerse una lunga scia di estorsioni, minacce e pestaggi ai danni di Giovanni Cianciaruso, presidente della cooperativa “Solidarietà sociale” che svolgeva all’epoca lavori di manutenzione per l’amministrazione comunale. In particolare Cianciaruso collaborò con la polizia per almeno quattro mesi confidando ciò che da tempo accadeva. La violenza e le minacce culminarono poi con un episodio particolarmente cruento avvenuto in una campagna a Spigno, dove l’uomo fu costretto ad andare dopo essere stato prelevato contro la sua volontà in via Vitruvio a Formia. Una volta lì fu picchiato e minacciato – con la compartecipazione di due uomini di origine albanese – con due pistole, detenute da D’Onorio De Meo e da Desiato.
Questa particolare circostanza della detenzione delle armi da fuoco utilizzate per le minacce non è un dettaglio di poco conto perchè è stato considerato come una aggravante che – insieme con il concorso nella commissione del reato – come prevede l’ordinamento, ha allungato i tempi della prescrizione del processo a 25 anni. La Cassazione ha dunque confermato tutte le pene dei due processi precedenti e a nulla sono valse le tesi difensive costruite sostanzialmente sulla versione dei fatti fornita da Cianciaruso che – per gli avvocati della difesa (Mattia Aprea, Pasquale Cardillo Cupo, Mario Pellegrino, Giovanni Aricò e Patrizia Martin) – erano poco dettagliate e lacunose. Si attende a questo punto di leggere le motivazioni della sentenza, intanto i quattro sono stati trasferiti presso il carcere di Cassino.
AGGIORNAMENTO – NOTA STAMPA DALLA QUESTURA DI LATINA
Si comunica che nel pomeriggio odierno, personale della Squadra Mobile della Questura di Latina e del Commissariato P.S. di Formia ha rintracciato ed arrestato in Formia D’ONORIO DE MEO Franco, nato a Formia (LT) in data 28.1.1973, e LUGLIO Giovanni, nato a Formia (LT) in data 8.7.1972. I due devono espiare rispettivamente la pena di anni 3 mesi 11 di reclusione, ed anni 3 e giorni 6 di reclusione per il reato di estorsione con l’uso delle armi in concorso.
Gli ordini di esecuzione per la carcerazione sono stati emessi in data odierna dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Roma a firma della D.ssa Emma D’ORTONA Sost. Proc. Generale e danno esecuzione alla sentenza di condanna della Corte Cassazione resa definitiva ieri 31 maggio 2019, afferente le indagini condotte dalla Questura di Latina dal 2003 al 2004 (relative all’operazione “Formia Connection”). Le indagini permisero di accertare che gli odierni arrestati erano gli autori di una lunga scia di estorsioni, minacce e pestaggi ai danni del presidente della Cooperativa “Solidarietà Sociale” che all’epoca svolgeva lavori di manutenzione per l’amministrazione comunale.
Si rappresenta, inoltre, che il medesimo provvedimento ha disposto la carcerazione di: BARDELLINO Angelo, nato a San Cipriano D’Aversa (CE) in data 24.3.1972, dovendo espiare la pena di anni 5 mesi 6 e giorni 15 di reclusione e di DESIATO Tommaso, nato a Maddaloni (CE) in data 17.11.1975, dovendo espiare la pena di anni 4 mesi 7 giorni 29 di reclusione. Questi ultimi nel pomeriggio odierno si sono costituiti presso la Casa Circondariale di Cassino.