Sta creando non poche difficoltà il nuovo regolamento comunale sui centri diurni di Latina, che impone una quota di compartecipazione mensile alle famiglie delle persone con disabilità che utilizzano questo fondamentale servizio stabilita sulla base del reddito Isee. “Un regolamento che è stato voluto dal commissario prefettizio e che non ha minimamente coinvolto la parte politica – sottolinea Latina Bene Comune – Si tratta certamente di un atto necessario di cui si stava discutendo già nella passata amministrazione anche per gestire gli accessi e le ammissioni insieme all’autorizzazione al funzionamento. Si attendeva solo la conclusione dei lavori per poterlo predisporre e lo avremmo fatto in modo partecipato. Riteniamo che doveva essere un atto condiviso con le famiglie e le parti sociali, con la commissione Welfare e con il Consiglio comunale. Si tratta di un atto che ha un’importante valenza anche politica, su cui dovevano essere fatte scelte diverse e su cui la stessa amministrazione, in passato, ha compiuto scelte precise con l’obiettivo preciso di non lasciare indietro nessuno”.
“I centri diurni di Latina sono stati oggetti di una ristrutturazione e messa a norma fortemente voluta dall’amministrazione Coletta affinché rispondessero ai requisiti della legge regionale 41 del 2003 – continua Lbc – Questo lo ricordiamo a quanti oggi dicono che quei centri sono stati chiusi. Avere strutture pubbliche agibili e regolari sulla base della legge è un diritto delle famiglie e di tutti gli utenti. Nel 2020 prendemmo fu presa la decisione di mettere le mani su questo aspetto e oggi il Comune può garantire alle cooperative sociali che li gestiscono l’utilizzo di strutture finalmente dotate di requisiti strutturali e di funzionamento a norma di legge. Il servizio poi non si è mai interrotto, ma solo trasferito in altri locali messi a disposizione dall’amministrazione. Ora anche noi ci troviamo di fronte a un regolamento su cui nutriamo forti perplessità e che prendiamo l’impegno di rivedere e correggere, nella consapevolezza che questo è un bene e un servizio pubblico che l’amministrazione ha il dovere di garantire a tutti”.