Omicidio nel vivaio a Borgo San Donato, sul posto i Carabinieri del Comando Provincia di Latina
Ucciso a colpi di fucile all’interno di un vivaio di Via del Villaggio 424, una traversa della Migliara 47, nel Comune di Sabaudia, a Borgo San Donato.
L’uomo, di nome Marco Gianni, 31 anni, è stato ucciso nel pomeriggio di oggi, 13 aprile, intorno alle ore 17, all’interno di una delle serre dell’azienda floricola. Nonostante l’intervento dei soccorritori del 118, non c’è stato niente da fare. L’uomo, riverso a terra nel suo sangue, era già morto dopo i colpi d’arma da fuoco che lo hanno colpito alla testa (alla nuca) e all’addome. Marco Gianni era il titolare dell’azienda florovivaistica che esporta fiori nel nord Europa.
Sul posto è giunto il sostituto procuratore di turno, Daria Monsurrò, insieme al medico legale per gli esami sul cadavere, propedeutici all’esame autoptico. Secondo quanto trapela, sarebbe stato un movente di natura passionale nel quadro di un litigio tra due uomini degenerato, ma il riserbo sulla vicenda è d’obbligo. A indagare i carabinieri del Nucleo investigativo di Latina, diretti dal Maggiore Antonio De Lise, che si sono messi già sulle tracce dell’omicida o presunto tale. Ascoltati alcuni residenti e visionati già i filmati delle telecamere di videoseroveglianza, alla fine è stato fermato un uomo sottoposto a interrogatorio. Il soggetto è l’indiziato numero uno dell’omicidio di Gianni. Al lavoro anche il reaparto Scientifica dei militari dell’Arma con le tute bianche attenti a non inquinare la scena del delitto.
L’uomo, che aveva lavorato all’estero in Olanda, era nello staff allenatore (in qualità di assistant coach) della pallamano femminile a Pontinia che si trova nella massima serie e sta lottando per lo scudetto. Lascia una compagna e tanti amici e parenti che sono accorsi anche sul luogo del delitto. Intorno alle 18, sono arrivati al vivaio anche la madre e il fratello. La Polisportiva Gaeta, altra squadra di pallamano per la quale Marco Gianni era stato giocatore e allenatore, ha espresso il suo dolore tramite un posto su Facebook: “Il Presidente, l’allenatore, gli atleti e tutto lo staff si uniscono al dolore che ha colpito la famiglia Gianni e le società della Cassa Rurale Pontinia e della Polisportiva Gaeta per la perdita di Marco, atleta ed allenatore esemplare”.
E proprio dall’ambiente sportivo, seguendo la pista passionale (forse la gelosia per una donna), potrebbe essere risolto il rebus del delitto atroce che ha tolto la vita a Marco Gianni. L’aver usato un fucile da caccia, poi, instrada la risoluzione dell’omicidio verso una persona che ha agito di impeto. Non un killer esperto o un regolamento di conti all’interno della malavita: questa ipotesi è evidentemente scartata, anche in considerazione del profilo di Marco Gianni, descritto da tutti come un ragazzo che si divideva tra lavoro, affetti e sport.
“La società Pallamano Pontinia si stringe intorno al dolore della famiglia di Marco Gianni, nostro tesserato e assistente allenatore della squadra” si legge in un post pubblicato su Facebook. “Siamo addolorati nell’aver appreso questa terribile notizia, per me e per tutti – dichiara Mauro Bianchi, presidente della squadra di Pontinia – era un fratello, era il fratello e l’amico di tutti. Ci vogliamo stringere intorno al dolore della mamma, della sua famiglia e dei suoi amici. Marco era una persona speciale, che aveva una forte passione per la pallamano ed era molto legato a tutti noi da anni. Un ragazzo vicino alla mia famiglia, a tutti noi del club, sempre disponibile, un vero amico sul quale poter sempre contare”.