SPACCIO A SABAUDIA, RESPINTO RICORSO DI CORNI CONTRO I DOMICILIARI

Spaccio a Sabaudia: respinto il ricorso presentato dal 32enne Francesco Corni contro l’ordinanza che lo ha posto ai domiciliari

Francesco Corni, insieme al fratello Leonardo e ad altri personaggi, è stato coinvolto in un’operazione anti-droga condotta dalla Squadra Mobile di Latina

Francesco Corni

L’operazione che ha fatto emergere lo spaccio gestito dai Corni all’ombra del Circeo è stata eseguita lo scorso 10 ottobre quando gli agenti della Squadra Mobile di Latina, con l’ausilio della Squadra Cinofili dell’Istituto per Ispettori di Nettuno, sono entrati in azione: a finire indagati, oltreché ai Corni (domiciliari) e Veglianti, poliziotto in servizio al Viminale e sospeso dal lavoro per un anno (è accusato di spaccio e truffa per aver disertato il lavoro sostenendo di essere malato quando, invece, avrebbe prestato servizio nella ditta di Leonardo Corni), anche altri personaggi ritenuti i pusher del sodalizio: il 40enne Fabio Serrapiglio e il 37enne tunisino Ben Salah SamirGianluca Calisi (41 anni) di San Felice Circeo, già coinvolto in inchieste per spaccio di droga, Ettore Basile (41 anni), Gianluca Silvestri (38 anni), Veronica Mastracci (34 anni), Caterina Calligaris (39 anni), Daniele Fedeli (39 anni) e Ala Eddine Ben Achour (26 anni). Gli arresti sono stati richiesti dal Procuratore Aggiunto di Latina Carlo Lasperanza e dai sostituti Valerio De Luca e Claudio De Lazzaro. Chiesta per Luigi Iannarella la sospensione di 1 anno dal lavoro nella Guardia di Finanza.

Francesco Corni, già condannato per il reato di spaccio, fu arrestato anche nel giugno del 2021 sempre per questioni di spaccio. Il più giovane dei fratelli Corni, secondo gli inquirenti, è considerato l’uomo che più di tutti tesseva le fila dello smercio di droga.

Negli scorsi giorni, Corni, difeso dall’avvocato Giuseppina Tenga, si è visto respingere dalla Corte di Cassazione il ricorso che chiedeva di annullare l’ordinanza emessa, in data 27 ottobre 2022, dal Tribunale del Riesame Roma a cui aveva precedentemente presentato ricorso.

Il Riesame di Roma aveva, infatti, confermato il provvedimento del 23 settembre 2022 con il quale il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina ha applicato la misura cautelare degli arresti domiciliari nei suoi confronti. Contro la decisione del Riesame, Corni è ricorso in Cassazione sostenendo che “illegittimamente il Tribunale ha respinto la richiesta di retrodatazione dei termini dell’ordinanza emessa dal G.i.p. del Tribunale di Latina il 23 settembre 2022, ed eseguita il 10 ottobre 2022, alla data del 18 giugno 2021, data di emissione di altra misura cautelare disposta sempre dal G.i.p. del Tribunale di Latina”.

Due episodi – quello del giugno 2021 e quello del settembre 2022 – che non affini: ossia Corni è stato arrestato per spaccio di droga. Tuttavia, rimarca la Cassazione, si tratta di due ordinanze diverse: la prima che ha riguardato solo Francesco Corni, la seconda che ha colpito il medesimo Corni più altri personaggi.

Per la terza sezione di Cassazione, il ricorso è infondato. Secondo gli ermellini, i termini di custodia cautelare (Corni si trova ai domiciliari) decorrono dal giorno in cui è stata eseguita la prima ordinanza e sono commisurati all’imputazione più grave. Il ricorrente Corni ha evidenziato che i fatti oggetto della seconda ordinanza, impugnata in Cassazione, sono connessi a quelli oggetto della prima ordinanza.

Il che, a livello di fatti e investigativo, è vero, in quando si tratta sempre di detenzione e cessione illecita di sostanze stupefacenti; oltreché alla circostanza che le indagini per entrambi i procedimenti sono state effettuate dalla Squadra Mobile di Latina.

La Cassazione, però, ricostruisce che Corni è stato sottoposto nel primo procedimento agli arresti domiciliari dal 19 giugno 2021 al 16 settembre 2021, e successivamente alla custodia in carcere dal 16 settembre 2021 al 23 dicembre 2021. Tale procedimento ha visto Corni patteggiare, il 25 gennaio 2022, la pena di due anni e dieci mesi di reclusione e 26.667 euro di multa.

La sommatoria dei due periodi – si legge nella sentenza di Cassazione che ha respinto negli scorsi giorni il ricorso contro la nuova ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari presentato da Corni – quello sofferto per la prima ordinanza e quello sofferto in attuazione della ordinanza impugnata (ottobre 2022), potrà essere fatta valere eventualmente con apposita istanza di revoca della misura, anche per consentire al giudice di merito di valutare se il decorso dei termini sia stato sospeso, o se via sia stata proroga.

Ricorso rigettato e ricorrente condannato a pagare le spese processuali.

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