FIRMATO IL CONTRATTO DI FIUME “CAPODACQUA SANTACROCE”

“Un percorso iniziato nel 2019, quando l’amministrazione Villa pose tra gli obiettivi del suo mandato, il miglioramento della qualità delle acque del fiume Capodacqua Santacroce, da sempre maglia nera per l’elevato inquinamento”. Lo spiega, in una nota, la consigliera comunale Paola Villa (Un’Altra Città e Movimento Cinque Stelle).

“Un fiume che nasce dalla sorgente Capodacqua nel comune di Spigno Saturnia, attraversa il territorio di Minturno e Formia fino a sfociare nelle acque del Golfo. L’opportunità del recupero ambientale, della messa in sicurezza e della valorizzazione anche turistica del fiume attraverso i “Contratti di Fiume”-  già sviluppati in Europa con eccellenti risultati da oltre 40 anni – è stata offerta dalla Regione Lazio attraverso il “Sostegno al processo per la sottoscrizione dei Contratti di Fiume” (D.G.R. 4 giugno 2019 n.337).

Uno strumento, quello del “Contratto di Fiume” che favorisce il dibattito pubblico e il coinvolgimento di una pluralità di soggetti pubblici e privati, con la finalità di attivare strategie e politiche condivise di miglioramento della qualità ecologica fluviale e prevenzione del rischio attraverso la pianificazione e programmazione strategica integrata. Uno strumento che consente priorità su i finanziamenti europei”.

“Il contratto di fiume Capodacqua Santacroce“ fu attivato con la sottoscrizione del “Documento di intenti” il 1 agosto del 2019 nella sala Sicurezza tra i comuni di Formia (capofila), Minturno e Spigno Saturnia, con Legambiente Lazio e Legambiente sud-pontino. Un atto concreto di visione comprensoriale tra i comuni attraversati dal fiume e la cooperazione di autorevoli associazioni ambientalistiche, sostenuto anche dal contributo economico regionale. 

Un percorso che si è sviluppato in questi anni, complicato dalla pandemia di Covid, che ha continuato il suo naturale tragitto durante il periodo commissariale e dall’attuale amministrazione. Un grande lavoro svolto da un gruppo di esperti tecnici di settore guidato dal prof. Alessio Valente dell’Università del Sannio (Benevento). Un lavoro articolato, dapprima nell’analisi conoscitiva, sociale ed economica del territorio fluviale, poi attraverso il documento strategico di scenario a medio-lungo termine, fino a giungere alla formulazione di un dettagliato piano d’azione.

Un piano in cui sono stati individuati degli assi strategici su cui concretamente intervenire, come: 

  • la qualità delle acque (ridurre l’inquinamento delle acque e tutela del corpo idrico);
  • la valorizzazione ambientale ( … restituire caratteri specifici di un paesaggio dell’acqua … del suo ecosistema e recupero opere idrauliche);
  • la difesa dalle alluvioni (… ridurre i rischi di esondazione e sviluppare programmi di contrasto agli incendi …);
  • la difesa idraulica e la difesa del suolo (…  rigenerazioni spondali , deflusso ottimale per la vita del fiume …);
  • la promozione e lo sviluppo ( … vivere il corso d’acqua attraverso attività di formazione/ricreative, sviluppare un’agricoltura sostenibile … ). 

Ad esse corrispondono 12 diverse azioni e 79 attività, in cui sono indicati chiaramente gli obiettivi concreti da raggiungere ovvero i responsabili (ad esempio: Comune, Provincia, Acqualatina; Consorzio industriale, Anas, ecc), gli obblighi e gli  impegni, i tempi di attuazione, le risorse umane ed economiche.

Ad esempio: In gran parte del Rio Capodacqua – Santacroce  si evidenziano contaminazioni fecali. Tra gli obiettivi del contratto vi è la verifica da parte dei Comuni e di Acqualatina dell’esistenza di sistemi fognari negli agglomerati urbani e se sono collegati alla depurazione. Inoltre, attivare la depurazione dei siti industriali /artigianali di competenza del Consorzio industriale del Lazio.

Oppure, l’esigenza di ridurre l’inquinamento da rifiuti galleggianti, in particolare plastiche. Il contratto pone come obiettivo:  la realizzazione di barriere galleggianti antirifiuti per la raccolta e il successivo riciclo. 

“La firma del Contratto di Fiume, di fatto corrisponde alla “contrattualizzazione” delle decisioni condivise nel processo partecipativo fino ad oggi svolto con la definizione degli impegni specifici dei singoli contraenti. Un percorso che continuerà attraverso la successiva fase che prevede la messa in atto di un sistema di controllo e monitoraggio del contratto per verificare lo stato di attuazione delle varie fasi, delle azioni e della qualità dei processi deliberativi che ne conseguono. Scegliere la cura e la difesa dell’ambiente è una scelta politica con ricadute sostanziali  sul territorio e sui cittadini: la salute, la sicurezza del territorio, la salvaguardia dell’incolumità del cittadino, il miglioramento della qualità della vita. Scelte concrete, – conclude Villa – frutto di lavoro in cooperazione e condivisione, su cui bisogna insistere e mai desistere”.

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