SCUOLE NEL LAZIO, IL RAPPORTO DI ECOSISTEMA STRONCA LATINA E LE ALTRE PROVINCE

Sicurezza, sostenibilità degli edifici e qualità dei servizi del patrimonio edilizio scolastico nel nuovo report di Legambiente: ancora forti ritardi accompagnati da un divario crescente tra le scuole del Nord, quelle del Sud e delle Isole

Strada in salita per la scuola italiana, che ancora presenta forti ritardi sulla messa in sicurezza degli edifici scolastici e sull’efficientamento energetico, accompagnati da un divario crescente tra le scuole del Nord, quelle del Sud e delle Isole.

È quanto denuncia Legambiente con la XXII edizione di Ecosistema Scuola in cui fa il punto, con dati riferiti al 2021, sullo stato di salute di 5.616 edifici scolastici di 94 capoluoghi di provincia – tra scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado – frequentati da una popolazione di oltre un milione di studenti.

Anche se negli ultimi 5 anni (2017-2021), a livello nazionale, il 59,3% degli edifici scolastici ha beneficiato di interventi di manutenzione straordinaria, nel 2021 il 30,6% delle scuole necessita ancora di interventi straordinariDato quest’ultimo che al Sud sale al 36,8% e nelle Isole al 53,8%. Sempre negli ultimi 5 anni, per quanto riguarda le indagini diagnostiche dei solai, risultano eseguite solo nel 30,4% degli edificidato che scende nelle Isole al 18,8%. Interventi per la loro messa in sicurezza sono stati invece realizzati, a livello nazionale, appena sul 12% degli edifici.

Sul fronte interventi adeguamento sismico, nonostante il 53,8% dei comuni capoluogo di provincia abbia dichiarato di aver realizzato interventi di adeguamento sismico negli ultimi 5 anni, tali lavori hanno interessato solo il 3,1% degli edifici scolastici. Nelle Isole le amministrazioni intervenute sono appena il 27,3%, in particolare in Sicilia, dove sono presenti tutti i 389 edifici scolastici posti in zona sismica 1 e 2 delle Isole. Qui negli ultimi 5 anni sono stati realizzati interventi di adeguamento sismico solo su 2 edifici, uno a Messina e uno a Catania.

A pesare sono anche i ritardi sull’efficientamento energetico, operazione indispensabile anche alla luce del caro energia che non risparmia neanche la scuola. Sebbene a livello nazionale l’81% delle amministrazioni ha dichiarato di aver realizzato interventi per l’efficientamento energetico delle scuole, questi interventi sono stati rivolti solo al 17% degli edifici scolastici, dato che sale al Nord al 21,2% mentre nelle Isole riguarda appena il 5,8% delle suole. Tra gli interventi realizzati: la sostituzione di caldaie, vetri e serramenti quindi lavori di isolamento delle coperture e delle pareti esterne. Interventi importanti ma che spesso non hanno portato a dei veri e propri miglioramenti in termini di passaggio da una classe energetica inferiore a una superiore.  Ad oggi solo il 4,2% delle scuole risulta in classe energetica A, appena il 10,8% nelle prime tre classi energetiche, mentre ben il 74,8% è fermo nelle tre ultime classi energetiche (il 39% in Classe G). Passi in avanti si registrano, invece, sulla presenza di impianti da energia rinnovabile nelle scuole: dal 2011 al 2021 gli edifici scolastici che li possiedono sono passati dal 12,4% al 21,8%. Tuttavia, se si continuasse con la stessa progressione ci vorrebbero almeno altri ottant’anni per avere tutte le scuole con rinnovabili. È il Sud a fare da traino rispetto alle altre aree del Paese, sono infatti ben il 29,4% gli edifici scolatici con impianti, superando quelli del Centro (22%), del Nord (20,6%) e delle Isole (17%).

“I dati delineati dal rapporto Ecosistema Scuola dipingono un quadro complessivo preoccupante per le scuole di Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo, ed è gravissimo che Roma non fornisca alcun dato – commenta Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio -, perché la Capitale con oltre 1.200 edifici scolastici dovrebbe conoscere e trasmettere al meglio i numeri che riguardano il suo enorme complesso di edilizia scolastica e di servizi connessi ma tutto ciò continua a non avvenire. I numeri romani enormi consentirebbero di sviluppare efficientemente energetico delle strutture, mobilità sostenibile e pedonalizzazioni negli areali scolastici, aumento della qualità dei servizi e della vita per il maggior corpo scolastico studentesco e docente di tutta Italia, e su tutto si deve lavorare con urgenza”.

“Per quanto riguarda il risparmio energetico – prosegue Sacchi – sono quasi la totalità, il 96,7%, gli edifici in ultima classe energetica G e solo nel 10% dei casi si utilizzano fonti energetiche rinnovabili. Ci sono aree verdi fruibili in tutte le scuole, ma solo nel 48,9% questi spazi vengono utilizzati per la didattica all’aperto. Per quanto riguarda la mobilità casa-scuola non c’è nei quattro capoluoghi alcuna esperienza di bicibus e piedibus, nel 36,1% ci sono servizi di scuolabus e nel 19,4% servizi di linea scolastica. E all’esterno delle scuole in nessun caso ci sono isole pedonali o Ztl e non esiste più alcuna esperienza di ‘nonni vigili’ in entrata e uscita; il 29,5% sono però in zone 30. Le classi a tempo pieno sono solo il 26,5% e le mense scolastiche ci sono nel 57,6% dei casi, qui, tutte le scuole garantiscono pasti alternativi per motivi culturali e religiosi e in tutti i casi sono somministrati prodotti biologici che compongono i pasti nel 73,3% dei casi”.

“Sembra evidente che la mancanza di certificazioni di collaudo statico, di agibilità e soprattutto di prevenzione incendi siano chiaramente il maggiore dei problemi per le scuole dei capoluoghi del Lazio insieme al fatto che pressoché tutte le scuole sono nella più bassa classe energetica – dichiara Maria Domenica Boiano direttrice regionale di Legambiente – ma c’è tanto da fare anche nella crescita delle energie rinnovabili legate all’edilizia scolastica, nella trasformazione in chiave sostenibile dei quartieri che ospitano le scuole con isole pedonali e limitazioni del traffico veicolare privato, nel riavviare pratiche virtuose come quelle dei nonni vigili che sembrano scomparse dopo anni di belle e fruttuose esperienze”.

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