A volte ritornano, verrebbe da dire. Il fondano Carlo Zizzo è stato nuovamente arrestato, nell’ambito dell’operazine Charun, a causa del narcotraffico e, per inquirenti e cronisti, ormai è un deja-vu. La storia criminale di Zizzo inizia negli anni ’80, periodo in cui risultano a suo carico diversi provvedimenti per delitti contro la persona, furto, rapina ed estorsione nonché per detenzione abusiva di armi. Negli anni ’90, inizia la propria dedizione ai traffici di sostanze stupefacenti, in relazione ai quali viene colpito, come detto, da provvedimenti cautelari e misure di prevenzione a carattere personale.
E ieri i militari del Nucleo Speciale Polizia Valutaria della Guardia di Finanza, sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma, hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emesse dal Gip nei confronti di tredici persone, tra cui Zizzo per l’appunto, indiziate di appartenere a un’organizzazione criminale dedita al traffico di sostanze stupefacenti, all’autoriciclaggio dei relativi proventi illeciti e alla detenzione abusiva di armi.
Le indagini si sono originate dagli accertamenti economico-patrimoniali sviluppati in un più ampio contesto criminale, nell’ambito del quale è emersa la figura di una vecchia conoscenza del crimine pontino: Carlo Zizzo, originario di Fondi, già raggiunto in passato, come noto, da altre misure cautelari per traffico di stupefacenti, estorsione e reati in materia di armi, da un provvedimento di sequestro di prevenzione, nonché tratto in arresto nel settembre 2017 dai finanzieri (col particolare di essere stato arrestato mentre si trovava da un parrucchiere a Villa Glori a Roma) al termine di una latitanza durata qualche mese, in quanto destinatario di un provvedimento definitivo di carcerazione (a una pena di 9 anni di carcere). Zizzo, all’epoca, si era reso irreperibile dopo aver spezzato il braccialetto elettronico, e si trovava agli arresti domiciliari nella sua residenza di San Magno a Fondi, subito dopo la sentenza della Cassazione. Era stato sottoposto a misura cautelare dal novembre del 2012, quando venne arrestato nell’ambito dell’operazione “San Magno” assieme ad altre 34 persone – tra cui il latinense Luigi Murciano, citato nei verbali relativi ad Alba Pontina dal pentito Agostino Riccardo, come spettatore di un summit al Francioni tra il gruppo di Lallà Di Silvio e Sabatino Morelli che si contendevano la campagna elettorale della politica di Sonnino, e candidata sindaco a Terracina nel 2016 con la lista “Si cambia”, Gina Cetrone; proprio perché spettatore, Renato Pugliese, a quanto racconto Riccardo, gli rifilò uno schiaffo che fu conseguenza dell’interruzione dei rapporti tra Pugliese stesso e Sabatino Morelli.
Tornando all’operazione di ieri, la Gdf di Roma spiega che l’analisi dei flussi finanziari e della documentazione extracontabile, le intercettazioni telefoniche e ambientali, la videosorveglianza e i pedinamenti svolti da militari del Nucleo Speciale Polizia Valutaria hanno consentito di appurare come il citato Zizzo, beneficiando della “detenzione terapeutica” presso una Comunità di recupero di Roma per detenuti tossicodipendenti, tra il febbraio 2016 e maggio 2017 abbia promosso uno strutturato sodalizio di dieci persone, organizzato piramidalmente, finalizzato al traffico di ingenti quantitativi di stupefacente del tipo cocaina e hashish, sia all’interno della Capitale che nella città di Frosinone, in grado di ricorrere (ove necessario) all’uso delle armi.
Il cortile della Comunità è divenuto così il quartier generale del gruppo criminale, dove veniva gestito settimanalmente il giro d’affari, attraverso la collaborazione di F.G. (classe ’71), F.R. (classe ’93) e M.M. (classe ’70) i quali, oltre a intrattenere i rapporti con C.Z., mantenevano la “cassa” del sodalizio, curavano i rapporti con un altro fornitore (M.R., classe ’75), gestivano i luoghi dedicati alla custodia della “merce” e delle armi e distribuivano lo stupefacente ai loro pusher (F.D.P., classe ’86, F.P., classe ’74, R.M., classe ’72, A.A., classe ‘72, S.A., classe ‘79).
Quest’ultimi, capaci di mantenere contatti qualificati anche con il mondo del narcotraffico internazionale, procedevano poi – attraverso ulteriori fidati e collaudati canali – allo spaccio sul territorio, mediante la compartecipazione di S.R. (classe ’96), D.D.P. (classe ’95) e M.D.A. (classe ’67).
I sodali hanno così visto incrementare nel tempo i loro guadagni illeciti e i loro patrimoni, divenuti sempre più consistenti e sproporzionati rispetto ai redditi dichiarati, tanto da reinvestire parte dei proventi accumulati in due negozi di generi alimentari nei quartieri romani di Talenti e Conca d’Oro, in una pescheria romana (quartiere Talenti) oltre che in due locali commerciali ubicati nel porto turistico di Ostia.
Nel corso delle indagini, tra il mese di ottobre 2016 e marzo 2017, attraverso la collaborazione di altri Reparti della Guardia di finanza, sono stati altresì tratti in arresto, in flagranza di reato, quattro componenti della capillare rete di spaccio collegata al gruppo criminale.
Nella zona di Casal Bruciato, in un’autorimessa presa in locazione, è stato inoltre individuato il covo del sodalizio, dove venivano occultati quantitativi di hashish e cocaina, armi e una dettagliata contabilità dei traffici illeciti, utilizzata dai sodali per rendicontare le “entrate” e provvedere alle spese di approvvigionamento.
Inoltre, il sodale del gruppo, F.P., è stato intercettato e tratto in arresto presso l’Aeroporto di Fiumicino al rientro dal Cile con oltre 6 kg di cocaina purissima al seguito, abilmente occultati nel proprio bagaglio, all’interno di confezioni di prodotti per la persona, pronti a essere smerciati sul territorio romano con un verosimile profitto di circa 2 milioni di euro.
La storia criminale di Zizzo inizia negli anni ’80, periodo in cui risultano a suo carico diversi provvedimenti per delitti contro la persona, furto, rapina ed estorsione nonché per detenzione abusiva di armi. Negli anni ’90, inizia la propria dedizione ai traffici di sostanze stupefacenti, in relazione ai quali viene colpito, come detto, da provvedimenti cautelari e misure di prevenzione a carattere personale.