Insabbiamento Rio Martino ed erosione della costa, Latina nel Cuore: “Risultato di anni di abbandono dell’ultima amministrazione comunale e regionale: serve al più presto studio meteomarino”
“Sono ormai diversi anni che segnaliamo a più riprese le difficoltà vissute dai pescatori di Latina e dintorni, costretti da tempo a fare i conti con l’insabbiamento di Rio Martino, il quale rende loro impossibile uscire in mare e, di conseguenza, lavorare e sostenere le famiglie – senza dimenticare il danno che subisce il commercio e lo sviluppo economico e turistico del territorio.
Malgrado il nostro impegno alla Regione, nonché i numerosi solleciti del centrodestra – tanto in Consiglio Comunale quanto nelle Commissioni –, in oltre sei anni di amministrazione la giunta Coletta non è riuscita a risolvere questa annosa questione. Parliamo di un’intera zona impoverita da una politica miope, che ha peccato di programmazione e competenza e che negli ultimi anni non solo non ha saputo valorizzare il territorio – non riuscendo ad attrare il turismo legato anche al diporto nautico –, ma che ha creato una situazione drammatica legata ai pescatori e alle loro famiglie, impossibilitati a lavorare con l’indotto del turismo nautico e balneare.
Lo stesso abbandono con cui è stato costretto a fare i conti l’intero lungomare di Latina, dove nulla è stato fatto per risolvere il problema dell’erosione della costa pontina. Secondo alcuni studi, entro il 2050 essa farà sì che la nuova linea di costa corrisponda a quella dei laghi che guardano verso il mare (Fogliano, Caprolace, Lago di Paola, etc). Pertanto, appare chiaro come sia necessaria al più presto un’indagine approfondita sulla questione e, più in generale, uno studio scientifico relativo all’aspetto ambientale della Marina di Latina, elemento cardine che purtroppo non è mai stato nell’agenda politica dell’ultima amministrazione: parliamo di 255 ettari che vanno da Rio Martino a Torre Astura, ovvero 13 chilometri di costa per i quali negli ultimi anni non vi è stato alcun piano né programmazione, bensì semplice gestione. Presto, a pagare le conseguenze dell’erosione, potrebbe essere non soltanto la spiaggia, ma anche la strada limitrofa e la zona abitata: risulta dunque alquanto inutile parlare di destagionalizzazione – come fatto dall’ex sindaco di Latina – se il lungomare sta via via scomparendo!
Eppure, nel febbraio 2019 la Regione Lazio aveva stanziato 1.100.000 euro per il protocollo “Latina-Sabaudia”, il quale prevedeva interventi programmati da un tavolo tecnico – tra i quali la rimozione della sabbia nel porto canale di Rio Martino – e il cui coordinamento era affidato al Comune di Latina: tuttavia, l’incapacità, l’inesperienza e l’immobilismo della giunta Coletta ha causato il fallimento di quello che doveva essere un modello, rimasto fermo al palo e giustamente definito dall’Assessore Regionale competente, Mauro Alessandri, “una Ferrari ferma in garage”.
Il territorio costiero rappresenta un punto di riferimento per i cittadini e il turismo locale, nonché una risorsa economica per l’intera zona e non può essere abbandonato a sé stesso, scontando le ripercussioni dell’incapacità delle ultime amministrazioni. Inutili palliativi non sono più sufficienti: le coste pontine e laziali vanno messe in sicurezza una volta per tutte attraverso uno studio meteomarino scientifico e armonizzato, che coinvolga anche le migliori università del nostro Paese. Pertanto, il nostro appello va al futuro governatore della Regione Lazio, l’avvocato Francesco Rocca, affinché – in sinergia con il governo centrale e il Ministro per le Politiche del Mare, Nello Musumeci – lavori ad un Piano Regolatore Intercomunale, con interventi strutturali e studi scientifici che tutelino e diano nuova dignità alle nostre coste”.
Lo dichiarano in una nota i già Consiglieri Comunali di Latina nel Cuore Mario Faticoni, Dino Iavarone e Renzo Scalco.