Truffe col reddito di cittadinanza: i Carabinieri di Roma scoprono che tra i percettori abusivi ce ne sono anche tra i coinvolti nella maxi indagine di ‘ndrangheta tra Anzio e Nettuno
Le denunce, come riportano diversi siti di informazione dell’area romana, sono state effettuate dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma, a conclusione di un’ampia attività di riscontro e verifica dei 23 soggetti, che in alcuni casi avevano presentato istanza e dichiarato con certificazioni false, di essere in possesso dei requisiti riuniti nel decreto legge 4/2019 convertito con modificazioni dalla Legge 26/2019, in altri casi avevano mancato di comunicare le sopraggiunte caratteristiche che prevedevano la decadenza del Reddito di Cittadinanza anche a coloro che possedevano, inizialmente, i requisiti necessari per ricevere il sussidio.
Tra i denunciati a piede libero anche tre cittadini stranieri, e nel caso specifico, anche alcuni soggetti giù indagati per altre gravi presunti illeciti. Tra i profili esaminati infatti, sono emersi anche alcuni degli indagati coinvolti nell’operazione della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma e dei Carabinieri denominata “Tritone”, a seguito della quale 65 persone finirono agli arresti, e alcune delle quali gravemente indiziate di far parte di un’associazione per delinquere di stampo mafioso.
Leggi anche:
LA ‘NDRINA DI ANZIO E NETTUNO COINVOLGE APRILIA TRA SMERCIO DI DROGA E SVERSAMENTI DI LIQUAMI
Secondo gli inquirenti, gli indagati avrebbero costituito una “locale” di ‘ndrangheta ctra Anzio e Nettuno, riuscendo ad infiltrarsi anche nelle pubbliche amministrazioni e gestendo operazioni di narcotraffico internazionale. In seguito a questa inchiesta i due comuni sono recentemente commissariati e sciolti per mafia.
Dai controlli effettuati su questi percettori di Reddito di Cittadinanza senza titolo e dai calcoli effettuati dai Carabinieri sugli importi erogati dall’INPS, i denunciati avrebbero già complessivamente percepito, in assenza dei requisiti di Legge, la somma di quasi 230mila euro.
Gli atti sono stati trasmessi anche alla Procura di Latina, in quanto tra gli indagati ci sono personaggi che risiedono tra il capoluogo e Aprilia.