Rifiuti e degrado, la nota del gruppo “Aprilia Libera”: “Tutela e salvaguardia sul territorio non esistono”
Via Tufello è situata nella periferia nord di Aprilia. È una strada nell’ultimo tratto della Campagna Romana, lunga sette chilometri che collega la via Nettunense in Località Campoleone, con la Strada Statale 148 Pontina. Dalla Nettunense, il primo chilometro è urbanizzato, fino ai ponti della ferrovia. Dopo, la strada diventa meno urbanizzata, ci sono aziende agricole e le case sono più diradate. Le problematiche principali che riscontrano gli abitanti della strada sono tre:
DEGRADO – Dai ponti della ferrovia in poi non c’è nessun tipo di manutenzione, la pulizia del bordo stradale viene effettuata dai pochi volontari che vi abitano. Immondizia e sterpaglie invadono la carreggiata che in alcuni punti si restringe diventando a senso unico alternato.
La strada è un vulnerabile oggetto di abbandono illecito di rifiuti. Lungo i 7 chilometri, vi sono tratti presi d’assalto da persone incivili, che hanno la pessima consuetudine di sversare la loro immondizia nella nostra campagna, creando così delle vere e proprie discariche abusive, anche in pieno giorno. In passato gli abitanti, con senso civico, si sono autotassati acquistando alcune fototrappole, marca e modello consigliati dall’Amministrazione Comunale: ad oggi le fototrappole sono ferme in Comune, in quanto “l’Amministrazione non ha personale che possa gestirle”.
TRASPORTI – Via Tufello non è attraversata da alcuna linea Urbana Pubblica, che consenta ai cittadini non in possesso di autovetture di raggiungere scuola, lavoro, fermata Cotral, Stazione Ferroviaria di Campoleone o Aprilia, Biblioteca Comunale, ASL, Posta, Ambulatori o, semplicemente, fare la spesa. Dopo lunghe lotte, hanno ottenuto la navetta scolastica per il ciclo della Primaria e Secondaria di primo grado, ma dalle Superiori purtroppo non più accessibile. Senza un mezzo privato, sei spacciato, un non-cittadino. Gli adolescenti e gli anziani, per esempio, non hanno diritto ad uscire in autonomia, in assenza di almeno una fermata Cotral sullo svincolo della Pontina.
PASSAGGIO PEDONALE DA VIA TUFELLO ALLA STAZIONE DI CAMPOLEONE – Da poco sono conclusi i lavori di messa in sicurezza dei ponti della ferrovia: a questo proposito, gli abitanti chiedono da anni un passaggio pedonale da Via Tufello alla Stazione Ferroviaria di Campoleone, da anni chiedono all’Amministrazione di interfacciarsi con Trenitalia per aprire un varco e non vedere più gente che scavalca pericolosamente le assurde barriere.
Esiste, poi, un binario morto che potrebbe trasformarsi in un passaggio pedonale, una pista ciclabile, un piccolo percorso con botteghe artigiane, degustazioni di prodotti tipici locali, la ferrovia potrebbe incrementare l’economia locale, animare l’attesa in Stazione, migliorare la qualità della vita e, non ultimo, da Via Tufello gli abitanti non sarebbero più costretti a percorrere 3 chilometri per raggiungere la Stazione.
Ciò premesso, cosa ha impedito alla giunta Terra di attivare le telecamere di sorveglianza che i cittadini, di tasca loro, hanno acquistato e donato per dare uno strumento in più al sindaco per contrastare la barbarie degli sversamenti abusivi di rifiuti nelle campagne apriliane?
Sono anni che la gente pubblica, invia, diffonde lo scempio quotidiano che sono costretti a vedere sulla
propria terra, nelle proprie strade, sotto i loro occhi impotenti, di fronte all’incuria e alla omissione di atti d’ufficio di una amministrazione che sta trasformando una ricca e fertile zona in una megadiscarica di rifiuti. Dalle ultime immagini pervenute da abitanti di via del Tufello, che qui pubblichiamo, si evince che si tratta di una ditta edile. Se fossero state installate le telecamere, magari la polizia municipale saprebbe a quale citofono andare a bussare. Mentre così, in assenza di controlli e sorveglianza, è permesso, e concesso, a chiunque di avvelenare e degradare le nostre campagne, violando persino le proprietà private per commettere crimini ambientali!
A questo proposito, come se non bastassero le decine di impianti di trattamento rifiuti che operano senza soluzione di continuità in ogni angolo del nostro territorio, non tutelato o preservato da alcuna politica di salvaguardia, (Aprilia non ha più una zona industriale, una agricola, una forestale, una commerciale, una artigianale, … tutto è un brutto groviglio di incoerente promiscuità), o non bastassero i siti inquinati e contaminati dalle attività produttive, o non bastassero i SIR che nessuno bonifica, o le migliaia di fusti tossici disseminati nel nostro sottosuolo, o le continue, pressanti, incessanti proposte di progetti altamente impattanti e nocivi che continuano a piovere sulle nostre teste, perché nessuno ha mai detto coi fatti basta,… adesso dobbiamo subire anche le prevaricatrici e inopportune decisioni calate dall’alto di via Costa sul “sito ideale” ove collocare l’ennesimo impianto di stoccaggio rifiuti: su terreni agricoli incontaminati, in un’area dove deve essere attuato un ripristino ambientale al termine dello sfruttamento minerario, a contatto con le falde, in prossimità di coltivazioni biologiche?
Chi ha deciso che un Comune, da solo, si debba far carico dello smaltimento dell’indifferenziato provinciale? Chi ha stabilito che la chiusura di un ciclo regionale non virtuoso dei rifiuti debba gravare su un solo Comune, con la scusa degli Ato? Come lo risolviamo il problema della crisi ambientale e sanitaria di cui ci stiamo facendo carico qui ad Aprilia per il trattamento di milioni di tonnellate di rifiuti romani, attratti nel nostro comune dai megaimpianti autorizzati??
Perché permettere ad Aprilia la realizzazione di impianti di trattamento rifiuti di tonnellaggio 4 volte superiore alle esigenze provinciali? Possibile che sia così difficile immaginare che, per giustizia ed equità sociale, ciascun comune si debba far carico della chiusura del SUO ciclo di rifiuti?
Perché chi ha operato per decenni nella degradazione del territorio laziale, non governando il proprio ciclo rifiuti, dovrebbe essere “mutuamente soccorso” da chi si è adoperato per fare differenziata spinta?
Perché chi ci ha amministrati finora non si è preoccupato di porre un limite a tutti gli ecomostri che ci circondano?
E, infine, perché i centri commerciali di Aprilia non sottostanno alle stesse regole di tutti i contribuenti, producendo tonnellate di indifferenziato che vanno ad alimentare, a spese nostre, gli altrimenti inutili, impattanti, maleodoranti, TBM, TMB, TM, discariche e inceneritori?
Non riusciamo davvero a vedere alcuna coerenza con l’Agenda 2030 o le politiche del Green Deal, utilizzate come richiami per le allodole!”.
Così, in una nota, Aprilia Libera.