Affogò nella piscina del Virgilio Grand Hotel di Sperlonga il 12 luglio 2018: nuova udienza del processo per la morte della minorenne Sara Francesca Basso
Devono rispondere di omicidio colposo le tre persone considerate responsabili della morte della 13enne di Supino, così come disposto, a settembre 2020, dal Giudice per l’udienza preliminare Pierpaolo Bortone su richiesta del Pm Giuseppe Miliano. I fatti afferiscono alla tragica morte della bambina di 13 anni, originaria di Supino, deceduta mentre era in vacanza con i genitori.
Il 7 settembre è ripreso il processo per Mauro Di Martino (44 anni), rappresentante legale della società che gestisce l’albergo, Francesco Saverio Emini (71 anni), ex proprietario dell’albergo e Ermanno Corpolongo (58 anni), il costruttore che aveva realizzato nel 2004 l’impianto di aspirazione della piscina. I tre imputati sono difesi dagli avvocati Vincenzo e Matteo Macari e Massimo Signore. I genitori della bambina sono parte civile e difesi dagli avvocati Calogero Nobile e Francesca Minotti.
Davanti al giudice monocratico Francesco Valentini sono stati ascoltati come testimoni l’ex addetto alla piscina dell’hotel, in un primo momento indagato e poi archiviato su richiesta della stessa Procura, un ispettore dell’Asl di Latina e un uomo che, all’epoca dei tragici fatti, era dipendente dell’albergo a Sperlonga e provò disperatamente di salvare la bambina.
Il cosiddetto addetto alla piscina ha negato di aver mai svolto quel ruolo, ma di aver semplicemente fornito, alla bisogna, i materiali per la struttura. Una tesi confutata dagli avvocati del collegio difensivo che hanno posto in evidenza documenti contabili che dimostrerebbero di come il rapporto fosse continuativo e che l’uomo era proprio addetto alla manutenzione della piscina.
L’ispettore della Asl di Latina ha invece sostenuto che la piscina fu realizzata a norma. L’ipotesi della Procura è incentrata sulla circostanza per cui la struttura fu figlia di errori di progettazione alla base.
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Secondo il pubblico ministero Giuseppe Miliano, sarebbe stato il cattivo funzionamento dell’impianto di aspirazione dell’albergo “Grand Hotel Virgilio” a causare il decesso della 13enne ciociara che si trovava in vacanza con la famiglia a Sperlonga in quel maledetto 12 luglio 2018. Per l’accusa la 13enne è stata risucchiata dal bocchettone di aspirazione della piscina, non trovando più la forza per emergere. Tanto più che furono i soccorsi prestati, come fu inutile averla trasportata in eliambulanza al Gemelli di Roma dove morì qualche ora dopo.
Nella scorsa udienza, svoltasi a giugno, furono ascoltati i consulenti medici che fecero l’esame autoptico e che hanno ribadito quanto detto all’epoca: la bambina è morta soffocata a causa dell’annegamento.
La prossima udienza è stata fissata per il 30 novembre 2022.