Omicidio Vetrano: il pubblico ministero ha chiesto la condanna a carico del 25enne rumeno accusato di aver ucciso l’anziano di 77 anni
Si è svolto oggi, 11 novembre, presso il Tribunale di Velletri, il rito abbreviato per Vasilica Miclaus, il 25enne rumeno, difeso dall’avvocato Alessandro Gerardi, accusato dell’omicidio del 77enne Vincenzo Vetrano, avvenuto a Nettuno il 18 agosto 2023. Al termine della requisitoria, il pubblico ministero Luisa D’Innella ha chiesto la pena di 20 anni di reclusione per il 25enne. A seguire l’avvocato di parte civile, Riccardo Amadei, che assiste i famigliari della vittima, ha svolto la sua discussione chiedendo il risarcimento e la provvisionale. Il rito abbreviato è stato aggiornato al prossimo 9 dicembre quando vi sarà l’arringa difensiva e il Gup del Tribunale veliterno deciderà sulla condanna o meno dell’indagato.
A settembre 2023, il tribunale del Riesame di Roma aveva rimesso in libertà il fratello maggiore dell’indagato, 27 anni, in un primo momento accusato anche lui di aver ucciso a picconate l’anziano, trovato cadavere in una sua proprietà in via dei Laghi, a Nettuno. In capo al 27enne è rimasta solo l’accusa della rapina ai danni dell’anziano e il suo processo si celebrerà col rito ordinario.
Le indagini svolte dai carabinieri di Anzio e dai loro colleghi del gruppo di Frascati, coordinati dal sostituto procuratore di Velletri, Luisa D’Innella, si sono concentrate fin da subito sui due giovani fratelli stranieri arrestati poche ore dopo.
L’omicidio del 77enne Vetrano scosse la comunità del Casello 45, una zona che unisce i territori della medesima Nettuno, Aprilia e Ardea. Il 77enne trovato morto in una struttura ancora in costruzione tra Aprilia e Nettuno, secondo gli inquirenti, è stato colpito con un piccone dal 25enne: una botta secca alla nuca fatale. Ai due romeni, Vetrano era solito affidare lavori di ristrutturazione della casa, sebbene i loro rapporti fossero diventati via via sempre più tesi a causa delle continue richieste di denaro.
Sul luogo del delitto, sin da subito, i Carabinieri della Compagnia di Anzio e Nettuno hanno preso in carico il caso. Dalle prime ricostruzioni, pareva che si fosse trattato di una rapina finita male. In realtà si è poi delineato un quadro in cui sarebbe stato più di un incontro per un chiarimento terminato in tragedia. Vetrano è stato trovato steso a terra sanguinante con una ferita molto profonda alla testa, conseguenza, secondo l’ipotesi investigativa, di una lite dovuta a un contenzioso per una somma di denaro.
L’ipotesi dell’omicidio dell’ex gestore di una pompa di benzina ad Aprilia è stata immediatamente la pista più battuta e i militari dell’Arma hanno fermato e portato in caserma ad Anzio i due uomini che, la sera prima, sarebbero stati visti in compagnia di Vetrano (una circostanza smentita, almeno per quanto riguarda il maggiore dei fratelli, dal Riesame) il quale sembrerebbe essere stato stato preso di mira dai medesimi. Era stato proprio Vetrano, la sera prima di morire, a chiamare i Carabinieri, intervenuti successivamente sul posto, per segnalare la presenza dei due uomini, uno dei quali sarebbe stato trovato dentro casa.
I due fratelli sono stati bloccati poco dopo il delitto nelle vicinanze dell’abitazione di Vetrano, a bordo della loro auto, che è stata perquisita e sequestrata. Sequestri che hanno riguardato anche l’abitazione, dove è stato rinvenuto il corpo della vittima, l’arma del delitto, i cellulari dei fratelli e i loro indumenti.
Ad ogni modo, una volta fermati, i due fratelli romeni, in un primo momento accusati entrambi di aver ucciso il 77enne, non hanno voluto parlare agli inquirenti.
Secondo l’accusa, il 25enne si sarebbe appostato nell’abitazione in costruzione che si trova dietro la casa del 77enne. Una volta scoperto da Vetrano, Miclaus lo avrebbe colpito violentemente col piccone alla testa e in faccia. Entrambi i fratelli erano entrati dentro la casa di Vetrano per rubare oggetti e altro materiale. A costituirsi parti civili il figlio e la moglie di Vincenzo Vetrano.