Sanità pontina: continuano i rallentamenti per le visite specialistiche, oggi la storia di un paziente a Priverno
A scrivere è un cittadino di Priverno che lo scorso 1 giugno si è recato presso il Cup Asl locale per prenotare un accertamento diagnostico denominato “monitoraggio continuo (h24) della pressione arteriosa”.
L’uomo si è visto assegnare come prima data utile il giorno 11 gennaio 2022 presso il presidio ospedaliero di Gaeta. L’esame richiesto prevede l’applicazione di un apparecchio elettronico (registratore) da portare con sé e la conseguente disapplicazione per il giorno seguente.
Fatti due conti – scrive l’utente – bisogna “perdere” due mezze giornate e percorrere un totale di circa 240 km (da Priverno a Gaeta e viceversa), oltre all’esborso del ticket (36,15 euro). A ciò esiste una valida alternativa: fare l’esame in farmacia a Priverno, in due/tre giorni dalla richiesta si può disporre dell’apparecchio”.
“Il rammarico – continua il cittadino – è tanto. Mi chiedo se la sanità territoriale garantisca un sistema di assistenza di base ed in alcuni ambiti intermedio, che risponda ai migliori standard europei. Nel 2019 la direzione Asl Latina, con un comunicato stampa, ci informava dell’inaugurazione della Casa della Salute di Priverno a “Madonna delle Grazie”. Mi sento di affermare che si tratti della prima Casa della Salute d’Italia ad aver ricevuto il taglio del nastro nonostante fosse incompleta! Si evinceva dal comunicato dell’epoca che si sarebbe dovuto concludere il completamento della ristrutturazione della palazzina centrale, la “A””.
“Chiedo alla sindaca (pro-tempore) Bilancia e all’Assessore alla salute Antonio Ines se sono a conoscenza della data di ultimazione dei lavori. E, infine, mi sento di fare un’ultima riflessione: può accadere che un cittadino-contribuente non vedendosi “osservare” tempi di attesa accettabili per le prestazioni diagnostiche, decida, a parità di costi, scorporando, come nel mio caso i tempi di effettuazione e i km. percorsi, di rivolgersi ai privati? Un’amministrazione pubblica in ambito sanitario – conclude – che si definisce azienda con tanto di partita iva, risponde della soddisfazione del “cliente”? Se si rinuncia di rivolgersi alla struttura pubblica per “temporanei” deficit organizzativi, paradossalmente possono scaturire da ciò minori “ingressi” con la conseguenza di rivedere la presenza di alcuni servizi sanitari prima garantiti? Spero di sbagliare”.