24 ORE DI SCROCCO ED ESTORSIONI NEI LOCALI DI LATINA: I TRE CASAMONICA A NOME DI CIARELLI

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Un'immagine del carro funebre durante i funerali di Vittorio Casamonica. Due degli arrestati nell'operazione Broken Sword sono figli di una nipote diretta del cosiddetto "Re di Roma" deceduto nel 2015

Tra cibi succulenti, prepotenze ed estorsioni: la giornata dei Casamonica a Latina per scroccare con violenza e intimidire i gestori di due locali. Stavolta, uno dei titolari ha denunciato

Violenti e prepotenti come a Latina si è abituati a vedere i parenti Ciarelli e Di Silvio, i Casamonica sono sbarcati a Latina per reiterare le stesse condotte che hanno contraddistinto anni di intimidazioni dei clan rom contro cittadini, commercianti e professionisti pontini.

Tuttavia, uno dei titolari dei due locali che hanno subito la giornata di bivacchi tra vini, cibi e champagne gustosi ha prontamente denunciato. Un fatto importante, senza dubbio. L’unica via per spezzare un modus operandi che da troppi anni tra Latina, Roma e l’intero Lazio (e non solo) va avanti senza soluzione di continuità.

Diego Casamonica detto “Marco”

Tre i Casamonica arrestati, nella giornata di oggi 27 maggio, dalla Squadra Mobile di Latina: il 43enne Diego Casamonica detto “Marco”, con precedenti sin dal 2001 per episodi predatori, e i due giovani Marco e Guida Casamonica, entrambi 23enni.

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Tutti e tre, su disposizione dell’ordinanza firmata dal Giudice per le indagini preliminari di Latina, Mario La Rosa, su richiesta del Procuratore Capo Giuseppe De Falco, sono destinatari di custodia cautelare: il primo in carcere, i due giovani rampolli ai domiciliari. E sì che il 43enne Diego detto “Marco”, per intimidire i lavoratori dei locali a Latina – uno di essi al mare, notissimo nel capoluogo, che comprende stabilimento e ristorante; l’altro, altrettanto noto e frequentatissimo tra i giovani della movida pontina, una zona centralissima della città – si faceva forza del cognome “Casamonica”, vantandosi anche si essere uscito dal carcere da appena due mesi dopo sette anni nelle patrie galere.

A marzo scorso, il primo pomeriggio latinense dei tre Casamonica, in compagnia di una donna (a cui, nel proseguo del bivacco a scrocco, se ne aggiungeranno altre due), comincia propio nel bar alla moda nel centro del capoluogo dove, alla fine, consumano bevande con tanto di aperitivo, per una somma totale di 600 euro, senza pagare. La richiesta, via via, di vini pregiati, frutta e una bottiglia di “Giulio Ferrari 2008” (da 200 euro) è preceduta, all’inizio del convivio, da una frase esemplificativa, con tanto di mani pressate su spalla e collo del malcapitato titolare: “Lo sai chi sono i Casamonica, no?“. C’è di più, il titolare, dopo essere stato invitato a sedersi al tavolo con loro con fare fintamente amicale, si vede estorto di 160 euro dopo aver pagato un fornitore e avendo mostrato la disponibilità di denaro. Sarebbe stato il 43enne Casamonica a estorcere il denaro al titolare con la scusa di dover comprare dei vestiti alla moglie.

Ferdinando Ciarelli detto “Furt”

E, per finire, il titolare del bar vessato e umiliato viene costretto, prima che la combriccola lasci il locale, a prenotare il ristorante per la sera facendo specificare che erano imparenti con Ferdinando Ciarelli detto “Furt”, ossia il numero due del Clan omonimo del Pantanaccio di Latina.

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Prenotato il tavolo nel ristorante-stabilimento al mare, i Casamonica, accompagnati dalle tre ragazze, proseguono la loro razzia nella trasferta pontina (tutti e tre vivono a Roma). È grazie al green pass che i camerieri del locale al mare capiscono sin da subito con chi hanno a che fare. Il gioco feroce è sempre lo stesso: consumano vini costosi e cibi di mare altrettanto cari e ad un certo punto scatta la prepotenza.

È sempre Diego, detto Marco, Casamonica a dare inizio alla serata da incubo chiedendo al gestore del locale di cambiargli una banconota da 500 euro. Al rifiuto dell’uomo, Casamonica si dirige, facendo la stessa richiesta, dal recepionist dell’hotel-stabilimento, vedendosi ancora una volta rigettare la proposta di cambiare i soldi. E allora che fa? Chiede direttamente 700-800 euro: “Me li faccio andar bene”. Senza logica, senza nessun tipo di civiltà, solo bestialità: un refrain che un latinense medio conosce bene e da anni. E non pago, lo stesso 43enne, afferrando le mani del gestore del locale al mare, alla fine intima: “Sono Casamonica, quando chiedo qualcosa è gradito che venga esaudito“.

Dopo la mascherata violenta, il 43enne va via con una delle tre donne, lasciando i due parenti al tavolo con le altre signore a consumare vini e fritture di pesce, e chiedendo, prima di lasciare, un tour nella sala dei vini. Alla fine, il conto, compreso di quattro pacchetti di sigarette pretesi al tavolo, è stato di 1610 euro. Mai pagati, naturalmente.

La serata si conclude in un altro noto hotel di Latina, i cui titolari vengono allertati dal gestore del locale: sarebbero arrivati i Casamonica e c’era di che preoccuparsi.

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