18ENNE PESTATO A LATINA: DE ROSA JR SCARCERATO, CADE L’AGGRAVANTE MAFIOSA

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Arrestato per aver pestato a sangue un 18enne a Latina, il Riesame di Roma si è pronunciato sul ricorso per Giuseppe De Rosa

Il Tribunale del Riesame di Roma ha accolto il ricorso presentato dall’avvocato Oreste Palmiere per il 20enne Giuseppe De Rosa, arrestato lo scorso 24 ottobre con l’accusa di lesioni personali e minacce aggravate dal metodo mafioso in violazione degli obblighi imposti dalla Sorveglianza Speciale di Pubblica Sicurezza. I giudici del Riesame hanno concesso a De Rosa la misura meno afflittiva degli arresti domiciliari e hanno anche annullato l’aggravante del metodo mafioso, restituendo un quadro accusatorio meno grave dal punto di vista penale. Senza contare che la vittima del pestaggio non ha presentato denuncia nei confronti di De Rosa che, nella giornata del 20 novembre, ha lasciato il carcere.

L’arresto era avvenuto lo scorso 24 ottobre, quando i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Latina, su disposizione del sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, Luigia Spinelli, hanno tratto in arresto il ventenne, in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Roma, il ventenne Giuseppe De Rosa, in atto sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza per i propri precedenti di polizia, gravemente indiziato di lesioni personali e minacce aggravate dal metodo mafioso, in violazione degli obblighi imposti con la Sorveglianza Speciale di Pubblica Sicurezza.

Gli accertamenti dei Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile, sotto la direzione della Procura distrettuale, hanno permesso di definire compiutamente l’aggressione, ricostruendo come il sorvegliato speciale, che aveva dapprima importunato alcune ragazze che erano in compagnia della vittima, si sarebbe avvicinato al giovane, col pretesto di volergli parlare, lo avrebbe afferrato per il collo fino a fargli perdere i sensi. Dopo averlo scaraventato a terra, lo avrebbe picchiato violentemente, colpendolo al capo, al torace e agli arti, provocandogli gravi lesioni, lasciandolo tramortito a terra. Prima di allontanarsi dal luogo degli eventi lo avrebbe infine minacciato di ulteriori ripercussioni in caso avesse sporto denuncia, sfruttando il potere intimidatorio derivante dalla sua appartenenza alla nota famiglia mafiosa locale De Rosa, legata al clan Di Silvio.

I Carabinieri della Sezione radiomobile di Latina, guidati dal Tenente Massimo Ienco, erano intervenuti su richiesta del 112, in zona centro storico di Latina, esattamente nel piazzale compreso tra via Toti e viale Mazzini, vicino al liceo classico “Dante Alighieri”. Un’area che, insieme alle panchine di viale Mazzini, da qualche anno è diventato luogo di ritrovo giovanile nelle sere del weekend.

Nella zona era stata segnalata una lite in strada dove, poco prima, il ragazzo 18enne, nel tentativo di dissuadere dalle molestie poste in essere nei confronti di due ragazze, era stato pestato al volto da un ragazzo che, poco prima dell’intervento dei militari dell’Arma, si era allontanato.

Giuseppe De Rosa è il fratello più giovane della nota famiglia di origine rom, legata al clan Di Silvio, da anni nel mercato dello spaccio di droga. Il 20enne ha seguito le orme dei due fratelli più grandi, entrambi raggiunti da sorveglianza speciale: Cesare De Rosa, personaggio violento e condannato anche per tentato omicidio, e Cristian De Rosa, dedito allo spaccio di sostanze stupefacenti. Sono tutti figli del deceduto Alessandro De Rosa, detto Franco lo Zingaro, e Giulia De Rosa detta “Cipolla”, pregiudicata e ritenuta come un punto di riferimento in città per lo smercio di droga.

Negli ultimi anni i De Rosa sono stati coinvolti in diverse operazioni anti-droga sia da parte dei Carabinieri che da parte della Polizia di Stato.

Dapprincipio sul figlio di Giulia “Cipolla” De Rosa, personaggio che da anni ha costituito un punto di riferimento criminale per lo spaccio di Latina, il sostituto procuratore di Latina, Martina Taglione, aveva avviato una indagine per lesioni. Successivamente, il caso è passato alla DDA, con l’arresto richiesto dal sostituto procuratore antimafia, Luigia Spinelli.

La sera del pestaggio, tra il 27 e il 28 settembre, il viso del 18enne era completamente pieno di sangue, un particolare che non è sfuggito ad alcuni testimoni presenti, tra cui una donna che abita nel palazzo di piazzale Pordenone. Quest’ultima, vista la scena, ha chiamato a sé le due ragazze che si trovavano col 18enne per dare loro riparo e ha chiesto ad altri giovani di chiamare la Polizia.

De Rosa junior, infatti, prima di picchiare il ragazzo, lo aveva chiamato, con l’intento chiaro di provocarlo e chiedergli di condividere con lui le ragazze. Il 18enne non aveva raccolto le preoccupazione, cercando di rispondere in tono pacato. Al che il figlio di “Cipolla” gli ha specificato frasi di prassi: “Tu non sai chi sono io, se ti dico che dobbiamo parlare, dobbiamo parlare”. Dopodiché sarebbe iniziata l’aggressione vera e propria.

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