13 ANNI SENZA FERROVIA A TERRACINA, L’INTERVENTO DI LEGAMBIENTE

Il Circolo Legambiente Terracina “Pisco Montano” è stato recentemente intervistato per un servizio condotto dal giornalista Filippo Pala andato in onda venerdì scorso 13 giugno su TG LAZIO – Buongiorno Regione nella edizione delle 7.30.

Il Circolo Legambiente di Terracina si è occupato fin dalla sua nascita, ovvero dal 2016, della questione del treno a Terracina, coadiuvato dal Gruppo Regionale Mobilità di Legambiente Lazio, coordinato da Amedeo Trolese e dall’Osservatorio Regionale Trasporti coordinato da Andrea Ricci, anche alla luce del fatto che il dossier Pendolaria di Legambiente poneva la tratta Terracina-Priverno Fossanova già dal 2016 ormai tra quelle “sospese per inagibilità della infrastruttura”, impegnandosi con una mobilitazione straordinaria permanente in occasione della campagna nazionale denominata “Pendolaria” sulla tratta FL7 Roma-Napoli via Formia, successiva ai tagli del 2017 e seguendo l’avvio della nuova stazione, ristrutturata, di MSB-Terracina Mare, inaugurata sempre nel 2017 e impegnandosi per ottenere trasporti efficaci da e per la nuova stazione, non solo più fermate e più treni ma anche la possibilità di fermata degli Intercity (che oggi, a bacino di utenza aumentato, potrebbe diventare una realtà invece che rimanere il solito annuncio), la riqualificazione dei parcheggi con annessi servizi primari (igienici, illuminazione, videosorveglianza, servizi informativi) e realizzazione del sottopasso di connessione con la stazione, collegamenti COTRAL in coincidenza con tutti i treni, servizi efficienti di taxi con ampia copertura oraria, il collegamento con navette dirette con il porto di Terracina in coincidenza con la partenza e l’arrivo dei traghetti o per eventi specifici, la promozione dei servizi di car sharing e car pooling e delle relative piattaforme software, lo sviluppo della rete ciclabile per il trasporto multimodale (bici-treno), presenziando alle audizioni in Commissione Trasporti e Lavori Pubblici/Infrastrutture in Regione Lazio, istituendo tavoli tecnici presso la Direzione Regionale Trasporti, interloquendo con l’Assessorato ai Trasporti, sempre spingendo per una soluzione efficace che possa risolvere gli annosi problemi e migliorare la qualità della vita dei pendolari e dei turisti. 

Durante l’ennesimo incontro tecnico di Legambiente Terracina e Legambiente Lazio, presso la Direzione Regionale Trasporti del 2020 veniva infatti già alla luce che al di la’ della continua propaganda, ad allora quasi 8 anni dalla caduta del masso, non esisteva alcuna chiarezza sui lavori complessivi di messa in sicurezza necessari, i loro costi e i loro tempi e soprattutto su quali fossero i parametri di accettabilità del rischio da parte di Rete Ferroviaria Italiana (RFI), responsabile della decisione di riattivare la tratta Terracina- Priverno/Fossanova considerato che i lavori di messa in sicurezza del versante franoso non riducevano la classe di rischio elevata (classe 4), come da Piano di Assetto Idrogeologico (PAI), ma lo mitigavano soltanto. Inoltre, con la Deliberazione di Giunta Comunale – n. 117 del 04/08/2020 in controtendenza con tutta la propaganda sulla imminente riapertura della tratta, e a fronte della Convenzione con RFI, la vecchia Stazione di Terracina veniva selezionata tra quelle ormai in disuso che potevano essere date in comodato d’uso gratuito ad associazioni con scopi sociali, e successivamente nel 2021 la Regione attribuiva al Comune di Terracina, nonostante le nostre rimostranze nei tavoli tecnici e alla luce dei molti appalti finiti male a Terracina, la qualifica di stazione appaltante per i complessi lavori di consolidamento idrogeologico del Monte Cucca (valore dell’appalto di 4 milioni di euro). Lavori che, come volevasi dimostrare, il 17 giugno del 2022, ovvero ormai ben tre anni fa, venivano bloccati proprio per alcuni errori procedurali, mancate convocazioni delle parti alle conferenze dei servizi, danni alla condotta del gestore idrico Acqualatina, mancate autorizzazioni ed espropri su porzioni di territorio vincolate dal PTPR regionale. Da quel momento infatti tutto continuava a tacere, mentre ripartiva proprio in coincidenza con la campagna elettorale nel 2023 la grancassa della propaganda sulla riattivazione della linea, con roboanti tavoli tecnici al Ministero dei Trasporti e la ormai “classica” istituzione di una cabina di regia, stimando una spesa di circa 60 milioni di euro per il riarmo della linea, l’adeguamento alle tecnologie attuali e la razionalizzazione dei passaggi a livello e altri 10 milioni di euro per la messa in sicurezza del fronte franoso del Monte Cucca, senza neanche menzionare il blocco dei lavori e la gestione fallimentare dell’appalto su fondi RENDIS del Comune di Terracina. 

“Pur comprendendo che il sogno della “vecchia littorina Roma Terracina” è ancora vivo e viene strumentalmente usato proprio per “ammaliare” i nostalgici pendolari e i turisti, a ormai quasi 13 anni dalla interruzione della tratta per caduta massi, siamo davvero stufi di piani roboanti e di cifre astronomiche buttate li’ a casaccio, senza un business plan, e di questa macchina propagandistica che ritorna, adesso ovviamente stimolata da un nuovo attore, ANAS, che forse si sta rendendo conto dei potenziali rischi del dissesto idrogeologico non solo sulla tratta ferroviaria ma anche sulla trafficata superstrada Terracina-Frosinone. Ringraziamo il TG Lazio, il giornalista Filippo Pala per l’approfondito ed equilibrato servizio televisivo, ma per noi è veramente incredibile ascoltare ancora i referenti politici locali che parlano di costi esorbitanti come 10 milioni di euro per il fronte franoso e 60 milioni di euro per la riattivazione della tratta senza menzionare tutti i fallimenti gestionali precedenti. Lasciare intendere che sia facile trovare questi fondi e che si possa riaprire la tratta interrotta senza menzionare il fallimento in questi anni dell’appalto per il consolidamento di Monte Cucca (che tra l’altro copre solo una porzione del fronte franoso) è veramente imbarazzante. Crediamo fermamente che l’unica soluzione fattibile, allo stato dell’arte, sia quella di potenziare la stazione MSB-Terracina Mare, una stazione rimodernata ed efficiente, sulla linea FL7 Roma-Napoli via Formia, senza necessità di cambio treno da e per Roma e Napoli, dotata di un ampio parcheggio a costi calmierati sicuramente migliorabile, con navette sincronizzate da e per Terracina (la lunghezza del percorso è paragonabile a quello verso Priverno-Fossanova) che pure sono state potenziate e dovrebbero secondo noi essere gratuite e con un servizio Cotral che è progressivamente migliorato, con un servizio taxi adeguato, e con fermate Intercity da e verso Roma e Napoli, mentre è sicuramente importante mettere in sicurezza tutto il fronte franoso a La Fiora fino a Monte Leano sia per gli abitanti che per la superstrada, ma ancora una volta chiediamo che la Regione Lazio torni ad essere subito la stazione appaltante per i lavori di consolidamento del fronte franoso, impedendo al Comune di Terracina di continuare a procrastinare sine die, tra incompetenza e ritardi, i lavori del primo appalto dei 4 milioni di euro su fondi RENDIS, fondi resi disponibili addirittura dal 2017” dichiara Anna Giannetti, Presidente del Circolo Legambiente Terracina e Consigliere Nazionale dell’Associazione. 

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