BATOSTA DA 2 MILIONI DI EURO PER IL COMUNE DI LATINA: L’ESPROPRIO MAI REALIZZATO PER LA SCUOLA DEL PICCARELLO

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Latina, scuola elementare del Piccarello: una vicenda annosa e una pronuncia del Tar fanno scattare il debito milionario

Per raccontare questa storia si deve risalire addirittura al 1973 quando un Decreto del Provveditore del Ministero dei Lavori Pubblici dispose il vincolo preordinato all’esproprio delle aree occorrenti alla realizzazione della scuola elementare in località “Piccarello”, distinte al catasto al Foglio 148 – particelle 377-378 e 379 – per complessivi 2.604 metri quadrati e l’acquisizione delle stesse per mezzo di procedimento espropriativo da iniziare entro 12 mesi e da completare entro 24 mesi dalla data del Decreto stesso.

L’anno dopo, la Giunta dell’epoca autorizzò la realizzazione dell’opera dichiarando l’interesse pubblico e dando il via libera alla procedura espropriativa. Solo che, pur essendo realizzata la scuola elementare, il procedimento di espropriazione non ebbe un seguito e divenne illegittimo poiché non fu emanato il Decreto definitivo di espropriazione entro i termini di legge.

Nel 2018, al Comune di Latina è pervenuto il ricorso innanzi al TAR di Latina con cui la famiglia Nebbia ha invocato il risarcimento del danno per l’illegittima occupazione delle aree di loro proprietà e la restituzione delle stesse, oppure il pagamento del valore delle aree illegittimamente acquisite. La Giunta Coletta, nel 2019, ha deliberato la costituzione in giudizio dell’Ente in ragione di quel ricorso che per il Comune rischiava di essere un crac finanziario non da poco.

Infatti, allegata al ricorso, era presente la perizia estimativa effettuata dal tecnico, l’architetto Raul Masini, che calcolava le indennità complessive in una stima da capogiro: 11.149.525 euro. Al momento il ricorso per cui il Comune potrebbe soccombere ed essere costretto a dare oltre 11 milioni di euro ai privati cittadini risulta ancora pendente.

Sempre nel 2019, il Consiglio Comunale si è pronunciato favorevolmente dando indirizzo di acquisire al patrimonio dell’Ente le aree di cui oggetto mai espropriate, così da avviare il procedimento per l’acquisizione sanante delle aree censite al Catasto: Foglio 148, particelle 377-378 e 379, per 2604 metri quadri. Una scelta obbligata considerata l’impossibilità di retrocedere al privato dopo decenni il plesso Celli dell’Istituto Comprensivo Torquato Tasso.

A gennaio 2021, l’Ufficio Espropri del Comune di Latina ha trasmesso la relazione di calcolo delle
indennità ai ricorrenti ed è stata proposta la cessione delle aree censite per la somma onnicomprensiva di 1.514.361 euro, di cui 483.285 euro quale importo relativo al valore venale del bene, 48.328 euro come importo relativo al risarcimento del danno recato per il “pregiudizio non patrimoniale” e 982.747 euro per gli interessi compensativi relativi al danno patrimoniale derivante dall’occupazione senza titolo delle aree.

Una proposta dell’Ente che è stata accolta dai privati i quali, il primo aprile 2021, tramite l’avvocato Adriano Tortora, hanno comunicato la volontà di accettare la stima d’ufficio e pertanto di essere disposti alla cessione del bene per la somma di 1.514.361 euro, “a patto che l’Amministrazione si impegni a
liquidare tali importi entro il 30 dicembre 2021, che venga avviato entro lo stesso termine il procedimento di acquisizione sanante anche per le aree limitrofe a quella oggetto di causa, censite in catasto al Fg, 148 P.lle 875 ed 885, di complessivi 1206 metri quadri, occupate illegittimamente nell’ambito della realizzazione della viabilità contigua alla scuola oggetto di causa e che l’Amministrazione si faccia carico delle spese legali affrontate dai ricorrenti per attivare la procedura giudiziale innanzi al TAR”.

Non rimaneva che calcolare anche l’area restante di 1026 metri. Il 25 gennaio 2022, l’Ufficio Espropri ha trasmesso la relazione di calcolo delle indennità ai ricorrenti ed è stata proposta la cessione delle altre aree, ad uso viabilità, per la somma onnicomprensiva di 367.970 euro, di cui € 115.592,84 quale importo relativo al valore venale del bene, 11.559 euro quale importo relativo al risarcimento del danno recato per il “pregiudizio non patrimoniale” e 240.818 euro come interessi compensativi per il danno patrimoniale derivante dall’occupazione senza titolo delle aree.

Una proposta che stavolta non è stata ben accetta dai privati che a gennaio 2022, in risposta, spiegava al Comune che gli interessi relativi alla somma dovuta per la cessione delle aree dovranno essere conteggiati e corrisposti all’effettiva data di trasferimento delle aree stesse, pena la prosecuzione del contenzioso pendente dinanzi al T.A.R.,

Al che il Comune ha risposto ad aprile dello stesso anno che gli interessi saranno calcolati fino alla data di emissione della determinazione dirigenziale di impegno di spesa e relativo atto di liquidazione, propedeutico alla stipula dell’atto di cessione volontaria delle aree. Alla fine, la famiglia Nebbia ha accettato di cedere al Comune di Latina le aree censite in Catasto al Foglio n.148, mappali
377 (ex 377, 378 e 379), 875 ed 885, per la somma di 598.878 euro
quale valore venale delle aree, oltre al 10% del medesimo valore venale (corrispondente alla indennità di occupazione legittima) ed al 5% annuo (sempre corrispondente alla indennità di occupazione illegittima) a far data dal 20 maggio 1980 e fino alla data di emissione della determinazione di impegno di spesa e relativo atto di liquidazione.

Una scelta anche qui obbligata anche perché la restituzione delle aree “creerebbe – si legge della delibera del Commissario prefettizio con cui riconosce il debito fuori bilancio – disagi irreversibili ai residenti in quella parte della città che utilizzano le viabilità limitrofa al plesso scolastico per l’istruzione scolastica primaria”. L’acquisizione al patrimonio indisponibile del Comune delle aree in questione è, insomma, una questione di interesse pubblico perché su di esse vi sono la scuola e la viabilità così come praticata.

Ecco perché si legge oggi nella delibera del Commissario che “è necessario che l’organo consigliare prenoti le somme comprensive di interessi al 31 dicembre 2022, per un totale complessivo di 1.935.689 euro“. In soldoni, il Commissario, con i poteri del consiglio comunale che come noto è decaduto, dispone quella somma, suddivisa in 483.285 euro quale importo relativo al valore venale del bene, 48.328 euro quale importo relativo al risarcimento del danno recato per il “pregiudizio non patrimoniale” e 1.030.457 euro quali interessi compensativi per il danno patrimoniale derivante dall’occupazione senza titolo delle aree alla data del 31 dicembre 2022. Inoltre, relativamente alle aree adibite a strada, viene riconosciuta alla famiglia Nebbia la somma di 115.592 euro quale importo relativo al valore venale del bene, 11.559,28 come importo relativo al risarcimento del danno recato per il “pregiudizio non patrimoniale” e 246.466 euro per interessi compensativi del danno patrimoniale derivante dall’occupazione senza titolo delle aree alla data del 31 dicembre 2022.

Da ultimo, da stanziare anche la somma di 174.512 euro come registrazione e trascrizione dell’Atto Pubblico di Cessione Volontaria da parte della famiglia Nebbia al Comune di Latina. In totale una spesa per l’ente di Piazza del Popolo da 2.110.201 euro: oltre due milioni di euro per evitare guai peggiori nel contenzioso pendente al Tar in cui i privati – che rinunciano a qualsiasi rivalsa, rivendicazione o
pretesa – chiedevano al Comune oltre gli 11 milioni di euro
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