SUD PONTINO. LA TRAGEDIA DI SCAURI INQUIETA IL TERRITORIO

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Delitto di Scauri
Il luogo dove Campanale ha perso la vita investito dall'auto di Di Caprio. Campanale è morto di fronte all'attività di surgelati del presunto omicida.
cristiano canpanale
Cristiano Campanale, la vittima dell’omicidio avvenuto a Scauri

Come se in seguito a delle banali liti ci si potesse ritrovare automaticamente in pericolo di vita o, peggio ancora, morti. Probabilmente morti ammazzati.

Lo hanno ucciso come fossimo in un gangster movie Cristiano Campanale, 28enne di Minturno, e gestore di un locale di Formia, l’Hole in Piazza Testa, ritrovo serale per i formiani che non vanno a dormire presto.

Sbalzato dalla strada dove passeggiava e sbattuto violentemente addosso a un palo dopo che un’automobile a tutta velocità lo ha investito questo pomeriggio a Scauri.

Il presunto omicida si chiama Eduardo Di Caprio, un 35enne di Minturno, pregiudicato, e titolare di un negozio di surgelati, il Sottozero Congelati Surgelati Di Caprio, proprio il luogo della tragedia dove Campanale si trovava prima dell’investimento.

Dopo che le prime notizie di cronaca parlavano di un “semplice” incidente, ora le ipotesi inquadrano l’episodio come volontario, scaturito da una lite precedente avvenuta tra i due protagonisti di questa tragedia. Passate alcune ore dal diverbio, Di Caprio avrebbe investito Campanale volontariamente con la sua Ford Fiesta lungo la strada che porta alla stazione di Minturno, in via Sebastiani, non lontano da Piazza Rotelli.

Quello che è certo è che l’efferatezza del presunto delitto è da Chicago anni venti, con il sangue a fare da macabro corredo al luogo dove ha perso la vita questo giovane minturnese figlio di un carabiniere.

Eduardo Di Caprio
Eduardo Di Caprio, il presunto omicida

La dinamica della tragedia ricorda molto ciò che è successo qualche settimana fa quando, in una pescheria di Torre Annunziata, due persone rimasero ferite da alcuni colpi di arma da fuoco recapitate da un uomo in cerca di vendette. Anche lì, come oggi a Scauri, tutto era scaturito da una lite precedente. A farne le spese, fortunatamente senza conseguenze mortali, un dipendente della pescheria, Daniele Esposito, e un brigadiere in servizio presso la Compagnia della Guardia di Finanza di Latina, Aniello Visciano, fratello gemello del titolare dell’attività ittica. Ma a Torre Annunziata la storia è parsa da subito chiara: il fratello gemello del finanziere aveva litigato con il pistolero perché quest’ultimo aveva rischiato di investirlo sulle strisce pedonali. E a rischiare la vita fu, per un fatto fortuito, il fratello “sbagliato” e il dipendente.

Qui a Scauri, la questione è diversa. E non tanto perché siamo nella provincia pontina dove fatti strani e inquietanti vengono frequenti volte minimizzati dalla politica, dall’opinione pubblica e dagli stessi cittadini che vi abitano, ma perché la vittima non si poteva trovare lì per caso. È probabile che, in seguito alla lite che aveva coinvolto i due, Campanale si fosse recato ai Surgelati quantomeno per un chiarimento. Oppure avesse scelto di rimanere lì, non si sa bene da quanto tempo rispetto alla lite che aveva avuto con Di Caprio. Mosse che evidentemente si sono rivelate fatali per il ventottenne.

Ma è possibile morire così, investito come sul set di Grindhouse di Quentin Tarantino, per una semplice lite?

Le voci a Scauri si accavallano e corrono velocemente dal momento che l’omicidio è avvenuto di fronte a molte persone che transitavano di lì. E considerata l’efferatezza della scena del delitto, e la quantità di sangue riversato a terra (nella foto), non sono poi così peregrine le ipotesi che, dopo aver sbattuto contro un palo spinto dalla violenza dell’urto con la Ford, la vittima sia stata colpita da un corpo contundente, del tipo di una mazza. A stabilirlo sarà la Procura di Cassino che ha preso in carico l’indagine con il sostituto procuratore Maria Beatrice Siravo. L’accusa formulata è quella di omicidio volontario.

Cristiano Campanale era proprietario di un locale molto conosciuto dai viveur della notte: l’Hole di Formia, una città dove da tempo la movida è inzuppata dalla droga e la camorra silente dei traffici la fa, purtroppo, da padrone. Questo non vuole dire che la vittima e l’omicida abbiano a che fare con questi traffici, sebbene desti preoccupazione il ricordo che uncina la memoria dell’ultimo omicidio truce avvenuto in un territorio come quello di Minturno. Risale a dieci anni fa, quando nel 2009 Igor Franchini fu ucciso per un debito di droga.

 

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