SCONTRO TRA ORDINE E ASL: MEDICI PRECARI E SENZA IDONEITÀ ANCHE PER IL 2019

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Il Presidente dell'Ordine dei Medici di Latina Giovanni Maria Righetti

Il Direttore generale dell’ASL Giorgio Casati ha da due settimane presentato la prima proposta di rimodulazione dei Punti di Primo Intervento (PPI) alla Conferenza locale sociale e sanitaria, quando l’8 novembre si incontrano a Piazza Celli presso la sede dell’Ordine dei Medici di Latina Damiano Coletta, il primo cittadino di Cori De Lillis e diversi altri rappresentanti dei Comuni della Provincia. All’esame vi è la bozza di un documento predisposto dall’Ordine la cui versione definitiva verrà adottata dai sindaci in Conferenza a Piazza del Popolo cinque giorni dopo. Si tratta delle osservazioni al documento che Casati ha già inviato in Regione e su due punti il Presidente Giovanni Maria Righetti è tassativo: la necessità di un nuovo accordo collettivo regionale con i Medici di Medicina Generale (MMG), nel quadro dei parametri di quello nazionale (ACN), e la necessità di impiegare solo personale medico munito di appositi titoli di idoneità all’esercizio dell’attività di emergenza sanitaria territoriale.

LA RIFORMULAZIONE DELLA PROPOSTA

Sul secondo punto il direttore sanitario ASL Giuseppe Visconti corre ai ripari in fretta e furia preparando una seconda proposta di rimodulazione in cui viene pienamente accolto il principio della formazione continua in collaborazione con il 118. Che in quei giorni si lavorasse in totale frenesia dalle parti di Latinafiori (sede Asl), non solo sulla questione dei PPI, ne è la prova il fatto che il 19 novembre arriva al Comitato ristretto dei sindaci una bozza piena di errori di battitura, senza firma e non in carta intestata: la c.d. prima stesura appena scritta con una macchina da scrivere. Neppure il tempo di una correzione al PC!

ANNO NUOVO, PROMESSE VECCHIE

Quanto all’accordo coi Medici di base Casati fa sapere all’incontro del 30 novembre coi sindaci e i delegati dei Comitati, a seguito della manifestazione di protesta davanti alla Direzione generale, che si è in procinto di concludere un accordo locale, e non regionale. Il Direttore si sbilancia addirittura nel dichiarare che alte sono le probabilità che entro la fine del 2018 si arrivi a chiusura delle trattative. Un accordo locale porterebbe con sé non solo la previsione di obblighi e funzioni dello staff, con relativa formazione e conseguimento dei titoli necessari, ma anche proporzionati diritti, tra cui quello dell’assunzione a tempo indeterminato. Vero è che la proposta di rimodulazione dovrà avere piena attuazione entro il 1° gennaio 2020, vero anche che l’Azienda è alle prese con il problema della stabilizzazione di oltre 500 precari entro il 2022 (solo in piccola percentuale medici), ma una delibera all’inizio di quest’anno in piena continuità con quelle degli anni precedenti ricorda tanto la frase di Nelson Mandela “il compito più difficile nella vita è cambiare se stessi“. Almeno per il 2019 sembrerebbe che l’ASL non abbia alcuna possibilità né di stabilizzare il personale medico dei PPI, né tantomeno vi è menzione alcuna di percorsi formativi diretti al conseguimento di attestati di idoneità.

Da sinistra Damiano Coletta, il Direttore sanitario ASL Giuseppe Visconti e il Direttore generale Giorgio Casati

TUONA IL PRESIDENTE DELL’ORDINE

Righetti è tornato in questi giorni con un comunicato dichiarando: “La ASL dovrebbe provvedere in questi giorni alla nomina dei medici a tempo determinato (in genere della durata di sei mesi) da destinare ai Punti di Primo Intervento (PPI). L’Ordine ha già denunciato nel recente passato il fatto che presso i PPI (attualmente inquadrati nei dipartimenti di emergenza-urgenza ma che in un prossimo futuro potrebbero essere inquadrati in presidi territoriali così come previsto dalla ASL) e presso alcuni pronto soccorso ospedalieri della nostra provincia svolgano servizio colleghi delle cure primarie medici della Continuità assistenziale (ex guardia medica) non in possesso del titolo specifico. Non si tratta qui di verificare se tra i colleghi della ex guardia medica siano presenti competenze ragguardevoli nel campo dell’emergenza/urgenza, ma è obbligo dell’Ordine segnalare i rischi anche di carattere penale nei quali possono incorrere gli operatori sanitari adibiti a servizi per i quali non possiedono una specifica idoneità, rischi ampiamente condivisi con chi a quei servizi li avesse incautamente adibiti“.

I MEDICI DI EMERGENZA CI SONO, BASTA VOLERLI

Segue la nota specificando che l’obbligo di intervenire da parte dei medici della CA in casi di emergenza per evitare l’omissione di soccorso non ha fondamento giuridico, mentre potrebbe avere conseguenze penali lo svolgimento di un’attività per la quale, in base alle norme contrattuali vigenti, non hanno titolo. Già dal novembre scorso l’Ordine aveva proposto di ricorrere alla graduatoria del settore della medicina generale denominato “Emergenza sanitaria territoriale”. La nuova graduatoria di quest’anno presenta 777 candidati con i necessari requisiti per operare nei PPI. Al PPI di Sezze i medici in attesa di stabilizzazione sono 5 su 6 totali, a Cori si conta su 3 medici precari e 2 guardie mediche, a Cisterna si hanno disposizione 3 medici a contratto a tempo determinato e 2 continuità assistenziali, ugualmente a Sabaudia si conta su 5 unità tutte con contratti tra i 6 mesi e 1 anno. Il quadro non cambia nei 2 PPI del sud-pontino, ciascuno con 6 medici a prestare servizio. Quanti di questi non hanno i necessari titoli per prestare soccorso a pazienti che vanno dal codice verde a quello rosso? Il 40%.

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