ABC, IL SALTO NEL BUIO

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Uno dei mezzi ABC

ABC è l’acronimo di Azienda Beni Comuni, l’azienda speciale istituita il 2 ottobre 2017 dal Comune di Latina per occuparsi della gestione dei rifiuti, attività che ha iniziato a svolgere dal 1° gennaio 2018. Si tratta di una scelta sbagliata e dannosa, come si proverà ad argomentare nel presente articolo.

L’ERRORE INIZIALE

Lo sbaglio che molti amministratori neo-eletti commettono, specialmente quelli che ritengono che su di loro sia disceso lo Spirito Santo, è di non tenere conto di tutto ciò che è successo prima di loro. Presumendo di rappresentare l’inizio di una nuova era, guardano con disinteresse al passato e si ritagliano un ruolo da profeti che li induce a pensare al futuro come se con loro partisse l’anno zero, senza tener conto quindi di un basilare principio delle pubbliche amministrazioni su cui si fonda la credibilità delle stesse nei confronti di tutti i terzi: il principio di continuità degli atti amministrativi.

La sede legale dell'Azienda per i Beni Comuni è la medesima dell'ente comunale di Latina, Piazza del Popolo numero 1
La sede legale dell’Azienda per i Beni Comuni è la medesima dell’ente comunale di Latina, Piazza del Popolo numero 1

In sostanza chiunque arrivi a gestire un ente locale, anche se nulla ha da spartire con le scelte dei precedenti amministratori, deve assolutamente analizzare la situazione esistente e caratterizzare la propria azione con un sano pragmatismo che tenga conto della stessa, invece di perdersi in predicozzi e disancorarsi dalla realtà.  

Nel caso specifico della gestione dei rifiuti, LBC ha dato dimostrazione di sprovvedutezza e sventatezza, come si cercherà di documentare.

Si trovava di fronte a due possibilità, ognuna con i propri vantaggi e svantaggi, e ha deciso invece di scegliere una terza strada che cumulava tutti gli svantaggi delle due possibili soluzioni senza avere alcun vantaggio. LBC si è quindi accorta che la scelta operata era illegittima, circostanza che amministratori avveduti avrebbero saputo sin dall’inizio. Invece di fare un bagno di umiltà e avere dei ripensamenti si sono inventati la quarta via, in realtà un surrogato della terza (illegittima), e hanno costituito ABC.

LE DUE ALTERNATIVE

Al momento dell’insediamento dell’amministrazione Coletta (luglio 2016) la situazione della gestione dei rifiuti era, in estrema sintesi, la seguente.

Latina Ambiente Spa, essendo in una situazione di insolvenza, aveva presentato al Tribunale di Latina, al fine di evitare il fallimento, istanza per l’ammissione alla procedura di concordato preventivo e il piano di rientro dai debiti si fondava essenzialmente sulla riscossione dei crediti verso il Comune di Latina che la società aveva iscritto nel proprio bilancio.

Il Commissario prefettizio Barbato aveva operato affinché il rapporto tra Comune di Latina e Latina Ambiente S.p.a., la cui scadenza naturale era il 31 dicembre 2015, continuasse fino al 30 giugno 2017. Nel contempo aveva indetto una gara europea per selezionare il nuovo gestore del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, per la quale era prevista l’apertura delle buste ai primi di agosto del 2016.

In definitiva, erano due le strade che l’amministrazione LBC avrebbe potuto scegliere:

  • affidamento del servizio attraverso la gara, apportando al capitolato le modifiche raccomandate dall’Anac;
  • continuare con Latina Ambiente Spa.

VANTAGGI E SVANTAGGI DELL’AFFIDAMENTO CON LA GARA

Il bando di gara stabiliva la durata dell’affidamento in sette anni con un costo annuo a base d’asta fissato in € 18.015.293 iva compresa. Nel capitolato d’appalto era prevista una raccolta differenziata spinta (modello porta a porta) con raggiungimento di una percentuale non inferiore al 70% (la norma stabilisce un minimo pari al 65%).

Vantaggi

  • La nuova amministrazione si trovava già tutto pronto, dovendo soltanto limitarsi a recepire i suggerimenti dell’Anac;
  • vi era la certezza del costo dell’operazione, per la quale era già avvenuto lo stanziamento della spesa nel bilancio comunale;
  • l’impegno dell’amministrazione, una volta assegnato il servizio, sarebbe stato solo quello di controllo delle attività svolte da parte dell’affidatario.

Svantaggi  

  • La clausola sociale prevista dalla legge non avrebbe garantito tutti i dipendenti di Latina Ambiente Spa, lasciando fuori precari e interinali;
  • La scelta della gara avrebbe potuto comportare il fallimento di Latina Ambiente Spa, a seguito del quale il Comune di Latina avrebbe perso il controllo della discarica di Borgo Montello che aveva proprio attraverso Latina Ambiente Spa, titolare del 51% del capitale sociale di Ecoambiente Srl;
  • L’eventuale fallimento di Latina Ambiente Spa avrebbe altresì determinato maggiori difficoltà da parte del Comune in merito al debito nei confronti della società (è evidente che un conto è gestire un debito nei confronti di una società della quale si possiede il 51%, un altro è farlo nei confronti di una curatela fallimentare).

VANTAGGI E SVANTAGGI DELLA PROSECUZIONE CON LATINA AMBIENTE SPA

Vantaggi

Sono speculari agli svantaggi della prima soluzione: tutela di tutta la forza lavoro; mantenimento del controllo della discarica di

vedere dall'immagine, è ancora presente il vecchio nome dell'azienda fallita: Latina Ambiente Spa
La sede operativa di ABC si trova, invece, in Via Monti Lepini. Come si può vedere dall’immagine, è ancora presente il vecchio nome dell’azienda fallita: Latina Ambiente Spa

Borgo Montello; maggiore elasticità nella gestione del debito verso Latina Ambiente Spa.

Svantaggi 

Probabile contenzioso con i soggetti partecipanti alla gara, che, come poi è effettivamente avvenuto, avrebbero potuto contestare l’annullamento della procedura di gara.

LA TERZA VIA

La locuzione “terza via” evoca grandi dibattiti filosofici e politici che nel corso degli anni ci sono stati sia a destra sia a sinistra con l’intento di superare, ovviamente ognuno a suo modo, il modello del liberismo e quello del socialismo reale.

Nel nostro piccolo latinense della gestione dei rifiuti la terza via significa semplicemente come complicarsi la vita da soli.

LBC ha infatti proclamato, poco dopo l’insediamento della nuova amministrazione, di voler gestire i rifiuti attraverso la costituzione di una nuova società interamente partecipata dal Comune di Latina.

LBC ha quindi scelto una strada che, come ho già anticipato, andava a sommare tutti gli svantaggi delle due possibili soluzioni senza avere nel contempo alcun vantaggio.

Durante il percorso intrapreso qualcuno si è accorto, una volta dichiarato il fallimento di Latina Ambiente Spa da parte del Tribunale di Latina (7 dicembre 2016), che la scelta operata era giuridicamente impraticabile. Esiste infatti una norma (legge Madia) che prevede che in caso di fallimento di una società partecipata dal Comune che si occupa di un determinato servizio, il Comune per cinque anni non può partecipare alla costituzione di una nuova società per la gestione dello stesso servizio.

LA QUARTA VIA OVVERO IL SURROGATO DELLA TERZA VIA

La Storia ci insegna che quando si ha una fede incrollabile si è disposti a tutto, eventualmente anche a schiantarsi contro un muro. Non è un caso che io parli di fede, perché, alla luce di quanto fin qui esposto, la costituzione dell’azienda speciale denominata “Azienda per i Beni Comuni di Latina” (in sigla ABC) al posto della illegittima Spa partecipata dal Comune, è stato un vero e proprio atto di fede.

ABC, oltre a sommare gli svantaggi presenti in via alternativa nelle due soluzioni logiche e di buon senso tra cui si sarebbe dovuto scegliere (affidamento in gara o continuare con Latina Ambiente Spa), presenta una ulteriore negatività. Nella fattispecie dell’azienda speciale, a differenza di quanto avviene per le Spa, in caso di perdite l’ente ha l’obbligo di intervenire per il ripianamento delle stesse e deve quindi far fronte, con le risorse del proprio bilancio, ai debiti dell’azienda speciale.

Insomma non pare esagerato sostenere che ABC è stato un atto di fede. Sul punto va segnalato, e non può trattarsi di una coincidenza, che il presidente della Commissione Bilancio, consigliere di LBC e commercialista, non ha mai partecipato a una seduta di Commissione o di Consiglio Comunale con all’ordine del giorno ABC, evitando quindi di votare qualsiasi atto che riguardasse l’azienda speciale (ndr: a maggio 2018, Massimo Di Trento si è dimesso dalla presidenza).

IL FALLIMENTO DI LATINA AMBIENTE SPA

La responsabilità delle amministrazioni precedenti

È chiaro che ci sono precise e gravi responsabilità delle passate amministrazioni in ordine al fallimento della Latina Ambiente Spa. In particolare, va segnalato che i veri problemi sono iniziati con la sciagurata scelta dell’amministrazione Zaccheo  di affidare a Latina Ambiente Spa anche il servizio della riscossione (maggio 2006).

Isola ecologica di ABC in Via Bassianese
Isola ecologica di ABC in Via Bassianese

Il discorso è complesso e articolato e meriterebbe un capitolo a parte. Se ne fa cenno in questa sede perché quasi tutti i vari esponenti del centro-destra che ora pontificano e pretendono di dare lezioni sono corresponsabili di quella scellerata scelta, in quanto all’epoca facevano parte dell’amministrazione.

La responsabilità dell’attuale amministrazione

Detto ciò, non può però essere sottaciuto che l’amministrazione Coletta ha operato in maniera molto criticabile, se non avventata, nei confronti di Latina Ambiente Spa, assestando il colpo definitivo per il fallimento.

Come detto in precedenza, il piano di rientro dai debiti che Latina Ambiente Spa aveva presentato in Tribunale con l’istanza di ammissione al concordato preventivo si basava sulla liquidità che sarebbe derivata dalla riscossione dei crediti vantati nei confronti del Comune (circa venti milioni di euro).

Ebbene, il fallimento è stato dichiarato perché il Comune di Latina (amministrazione Coletta) ha negato la sussistenza di tali crediti. 

Sul punto è bene chiarire quanto segue:

  • i suddetti crediti si sono formati nel corso degli anni e riguardano i rapporti commerciali e, per la maggior parte, il cosiddetto “credito T.I.A.” relativo alle pendenze varie legate al periodo in cui Latina Ambiente ha gestito la riscossione (anni 2006 – 2009);
  • durante l’amministrazione Di Giorgi (dopo che il servizio di riscossione era stato tolto alla Latina Ambiente Spa) è stato istituito un tavolo tecnico, presieduto dal Segretario generale del Comune con la presenza dei funzionari comunali competenti e dei dirigenti di Latina Ambiente Spa, per arrivare ad una esatta quantificazione del credito inerente alla gestione T.I.A. (quello più consistente);
  • l’attività svolta risulta da verbali e relazioni con tanto di proposta finale concordata sull’entità del credito nella misura di circa dieci milioni di euro (importo inferiore a quello inizialmente preteso da Latina Ambiente Spa), ma non definita nelle modalità di pagamento.

Da quanto appena detto, ne deriva che l’amministrazione Coletta si è comportata in modo irresponsabile nel negare l’esistenza di qualsiasi credito da parte di Latina Ambiente Spa nei confronti del Comune di Latina, determinando il fallimento della società di cui il Comune era socio al 51%. La curatela avrebbe già agito con decreti ingiuntivi per il recupero dei crediti di natura commerciale e di certo non mancherà di procedere anche per quelli, molto più consistenti, correlati alla gestione della Tariffa di Igiene Ambientale per il periodo 2006-2009. Tra l’altro, proprio le risultanze del tavolo tecnico costituiscono uno dei presupposti per l’azione legale contro il Comune di Latina.

In questo quadro disastroso va segnalata un’altra circostanza che rende ancor più grave il comportamento di LBC.

In caso di fallimento di una società, gli organi della procedura possono valutare se scegliere l’opzione dell’esercizio provvisorio, vale a dire continuare l’attività congelando ovviamente la situazione debitoria alla data della dichiarazione di fallimento. Si tratta di un’ipotesi rara, perché presuppone che la continuazione dell’attività non produca ulteriori perdite a nocumento dei creditori, ma invece utili con conseguenti vantaggi per i creditori. Ebbene, Latina Ambiente ha operato in esercizio provvisorio realizzando utili.

In sostanza:

  • l’amministrazione targata LBC ha fatto fallire una società di cui il Comune era socio al 51% negando contro ogni evidenza l’esistenza di qualsiasi credito della stessa verso il Comune di Latina;
  • l’amministrazione targata LBC ha fatto fallire una società in grado di produrre utili nel normale svolgimento dell’attività durante l’esercizio provvisorio;
  • l’amministrazione targata LBC ha fatto fallire una società che, attraverso il possesso del 51% di Ecoambiente Srl, consentiva all’amministrazione comunale il controllo della discarica di Borgo Montello.

Nel corso della procedura concorsuale, e precisamente nel mese di marzo del 2018, il 51% di Ecoambiente è stato acquistato all’asta fallimentare per un prezzo di € 2.500.000.

Va anche ricordato che a dicembre 2017 ABC ha acquistato all’asta fallimentare la parte di struttura aziendale di Latina Ambiente Spa che le occorreva per avviare l’attività al prezzo di € 800.000.

Su quest’ultimo punto è opportuno fare una considerazione.

ABC, azienda speciale del Comune, ha comprato una cosa che in quota parte era già del Comune. Delle due l’una: o è un’altra dimostrazione che si è sbagliato a far fallire Latina Ambiente, oppure, in caso di prezzo particolarmente conveniente, si apre uno scenario inquietante con possibili riflessi penali e civili. È normale una situazione in cui il socio al 51% di una società la fa fallire
disconoscendo i propri debiti nei confronti della stessa e poi si compra a prezzi particolarmente convenienti all’asta fallimentare il ramo d’azienda?

ABC AD OGNI COSTO

“ABC ad ogni costo” potrebbe essere il titolo della relazione illustrativa a sostegno della scelta di costituire ABC per la gestione dei rifiuti (secondo quanto affermato dall’amministrazione Coletta e riportato dalla stampa il documento in questione sarebbe stato redatto dall’Università Federico II di Napoli).

Le motivazioni, nella relazione, appaiono forzate e alle volte persino risibili.

Presunto maggior controllo

Viene sottolineato che l’azienda speciale garantirebbe un maggior controllo da parte del Comune, affermazione non supportata da argomentazioni significative.

Senza avventurarsi in considerazioni astratte sul punto, è opportuno limitarsi ai fatti.

ABC ha iniziato a operare dal 1° gennaio 2018 e il Comune di Latina ha pagato finora in acconto senza la possibilità di effettuare alcun reale controllo, non essendo stato predisposto il progetto tecnico economico dei servizi. In caso di affidamento attraverso la gara ci sarebbe stato un capitolato ben preciso di riferimento e la possibilità per il servizio ambiente del Comune di Latina di svolgere i dovuti controlli. Non è un caso che il dirigente del settore Ambiente, tra l’altro scelto proprio dall’attuale amministrazione, abbia deciso di andarsene. Liquidare acconti con l’unità di misura dell’occhiometro non deve essere proprio il massimo.

Sul punto occorre anche considerare gli effetti perversi derivanti dall’obbligo da parte del Comune di far fronte alle eventuali perdite di ABC.

Con l’affidamento in gara una delle armi in mano alla stazione appaltante è quella della applicazione di penali, nel caso in cui dai controlli effettuati non risulti che il servizio sia soddisfacente ed in linea con il capitolato. Nell’ipotesi dell’azienda speciale le eventuali perdite derivanti dall’applicazione di penali da parte del Comune dovrebbero essere coperte dal Comune stesso.

Presunto risparmio

Nella relazione in questione si confrontano i costi di ABC con quelli della gara (pagina 83 ultimo capoverso), giungendo alla conclusione (come vedremo risibile) che il costo complessivo del servizio con ABC risulterebbe più economico.

Ecco i dati.

Gara: costo annuo certo, ribadisco certo, secondo la base d’asta pari a € 18.015.293.

ABC: costo annuo presunto, ribadisco presunto, pari a € 17.966.333.

Il vantaggio economico annuo si sostanzierebbe in € 48.960, ma, come sanno anche le persone più sprovvedute, in caso di gara c’è sempre un ribasso d’asta, magari anche minimo. Nel caso specifico sarebbe bastato anche lo 0,3%, pari a € 54.046, per far diventare più conveniente l’affidamento con la gara.

Gli estensori della relazione sono consapevoli di ciò e quindi cercano di mettere una pezza, anzi due, che si rivelano una peggiore dell’altra.

Innanzitutto sostengono che i servizi di ABC sarebbero migliori, senza documentare e motivare in alcun modo tale affermazione (ancora un atto di fede).

Aggiungono quindi, e questa è una vera chicca, che potrebbero esserci riduzioni rispetto al costo annuo preventivato per ABC. Ovviamente non danno alcuna spiegazione sul punto, tanto che l’affermazione contenuta nella relazione appare come un semplice auspicio (ancora un atto di fede). Naturalmente gli estensori della relazione non prendono in alcuna considerazione l’ipotesi contraria, e cioè che i costi potrebbero aumentare.

Raccolta differenziata

Un’altra perla che troviamo nella relazione è quella relativa alla raccolta differenziata.

La normativa dispone che deve essere assicurata una raccolta differenziata dei rifiuti pari almeno al 65%.

Partendo da uno sconfortante dato per il Comune di Latina fra il 30,50% e il 33,85% (annualità 2010 – 2016), nel capitolato d’appalto è fissato l’obiettivo del 70%.

Ebbene, gli arguti estensori della relazione fissano con ABC l’obiettivo del 71%, sancendo quindi, dall’alto della loro somma scienza e conoscenza, che anche per la differenziata ABC è “la mejo”.

LA VITA DIFFICILE DI ABC…E SOPRATTUTTO DEI CITTADINI

È a tutti evidente che attualmente il servizio di igiene urbana è assolutamente insoddisfacente (la percentuale di raccolta differenziata scarseggia intorno al 20%).

Cassonetti a Latina
Cassonetti a Latina gestiti da ABC. Per le vie della città, è possibile rendersi conto, spesso, di come la raccolta dei rifiuti dai cassonetti è gestita con ritardi che lasciano i luoghi maleodoranti e in uno stato di abbandono

Del resto non potrebbe essere altrimenti se si considera che si sta andando avanti con quello che ha acquistato dalla Latina Ambiente fallita.

La Cassa Depositi e Prestiti ha infatti rifiutato il mutuo richiesto da ABC di dodici milioni di euro per effettuare gli investimenti programmati, per cui ora l’azienda speciale dovrà rivolgersi altrove, molto probabilmente dovendo sottostare a condizioni finanziarie più onerose rispetto a quelle preventivate con la Cassa Depositi e Prestiti.

Il quadro della situazione è disastroso, per via di scelte tecniche che non hanno tenuto conto della situazione esistente e di una serie incredibile di grossolani errori sul piano giuridico-economico e finanziario di cui è responsabile tutta l’amministrazione targata LBC.

  1. ABC fa male il servizio e viene pagata dal Comune con acconti calcolati a occhio;
  2. ABC non è in grado di effettuare gli investimenti programmati perché è ancora in cerca di qualcuno che le conceda il mutuo di dodici milioni di euro;
  3. Il Comune di Latina dovrà far fronte alle richieste milionarie da parte della curatela fallimentare per i crediti vantati da Latina Ambiente Spa;
  4. Il Comune di Latina ha perso il controllo della discarica di Borgo Montello finita in mano al gruppo Cerroni.

IL SALTO NEL BUIO

Alcuni anni fa, chi scrive fece un intervento molto critico sulla cosiddetta metropolitana leggera di Latina, che fu ripreso e pubblicato sulla stampa locale (15 maggio 2008). Il titolo fu particolarmente appropriato e si sarebbe rilevato poi profetico: “Metro, il salto nel buio”.

Purtroppo, a distanza di dieci anni, ci si trova costretti a usare la stessa locuzione per la scelta operata dall’amministrazione Coletta di costituire l’azienda speciale ABC per la gestione dei rifiuti.

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